La giuria internazionale di Corto Cortissimo

63. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

La giuria internazionale di Corto Cortissimo è presieduta dal produttore e regista Teboho Mahlatsi (Sud Africa) ed è inoltre composta dalla montatrice Francesca Calvelli (Italia) e dal regista Aleksey Fedortchenko (Russia).

La giuria assegnerà per i cortometraggi senza possibilità di ex-aequo, i premi:

– Leone Corto Cortissimo per il miglior cortometraggio

– Premio UIP per il miglior cortometraggio europeo

– una Menzione Speciale


Teboho Mahlatsi
(Sud Africa, presidente). Regista e produttore, nato a Johannesburg nel 1971, è uno dei cineasti africani più importanti, con una particolare attenzione al cortometraggio. Studia dal 1991 teoria cinematografica, diplomandosi all’Afrika Cultural Centre Film & Television di Johannesburg. Incoraggiato dai suoi insegnanti a concentrarsi sulla scrittura, lavora come sceneggiatore e poi come regista presso una società indipendente, producendo e dirigendo il documentario Ghetto Diaries per il canale sudafricano S.A.B.C. Education TV. Influenzato da Martin Scorsese e Paul Schrader, focalizza nei suoi lavori il tema della redenzione, come nel suo cortometraggio d’esordio in pellicola Portrait of a Young Man Drowning, che vince nel 1999 il Leone d’argento a Venezia nella sezione Corto Cortissimo. E’ poi uno degli ideatori, sceneggiatori e registi delle tre stagioni della serie televisiva Yizo Yizo (1999), i cui 13 episodi vengono presentati con grande interesse a Venezia nel 2004, nella sezione Cinema Digitale. La serie descrive l’ambiente scolastico delle township nere nella periferia di Johannesburg, avvalendosi sia di attori professionisti, sia di giovani provenienti dai bassifondi. Yizo Yizo è uno dei più grandi successi della televisione sudafricana, con un media oltre il 50% di share, e ottiene ottime critiche in tutto il mondo. Un suo progetto di lungometraggio, Scar, viene scelto nel 2003 per il laboratorio di regia e di sceneggiatura del Sundance Film Festival. Come produttore, Mahlatsi ha in lavorazione Toussaint, debutto nella regia del celebre attore Danny Glover, sulla vita del rivoluzionario haitiano Toussaint Louverture.


Francesca Calvelli
(Italia). Nata a Roma, è una delle montatrici italiane più affermate, con una ventina di importanti lungometraggi, documentari, cortometraggi, film tv realizzati in Italia e all’estero. Ha vinto il Premio Flaiano e il Ciak d’oro per il montaggio de L’ora di religione (2002) di Marco Bellocchio; il Nastro d’argento per No Man’s Land (2001) di Danis Tanovic ed è stata piu’ volte candidata al David di Donatello, al Ciak d’oro, al Nastro d’argento. Inizia seguendo un seminario all’Università dell’Aquila tenuto da Roberto Perpignani, che diventa poi suo docente al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diploma. Fa apprendistato montando documentari, attività che mantiene tuttora, e nel 1994 debutta con Il sogno della farfalla di Marco Bellocchio. Con Bellocchio instaura un sodalizio che arriva fino al 2006 con Il regista di matrimoni, attraverso otto film e un documentario per la tv. Altre esperienze significative con registi italiani sono quelle con Michele Placido (Del perduto amore, 1998), Francesca Comencini (Le parole di mio padre, 2002) e Saverio Costanzo (Private, 2004, Pardo d’oro a Locarno). È attiva anche con registi internazionali, come Dervis Zaim per Çamur (Fango, 2003), e in particolare con Danis Tanovic, per cui cura il montaggio sia del film Premio Oscar come Miglior Film Straniero No Man’s Land (2001), sia del recente L’enfer (2005). Nei documentari, è importante il suo lavoro di montaggio per Un altro mondo è possibile (2001) di Alfredo Angeli e Francesca Archibugi, testimonianza collettiva sul G8 di Genova, costituito su 300 ore di materiale girato da 33 registi. Attualmente ha in lavorazione Il gesuita perfetto di Saverio Costanzo, tratto da un romanzo del 1960 di Furio Monicelli.


Aleksey Fedortchenko
(Russia). Regista, nato nel 1966 a Sole-Ileck (regione di Orenburg), è uno dei cineasti rivelazione del nuovo cinema russo. Nel 1988 termina gli studi di economia presso l’Ural Polytechnical Institute (Yekaterinburg), e dal 1990 lavora come produttore presso lo Sverdlovsk Film Studio (Ekaterinburg). Nel 2000, proseguendo il suo percorso di formazione, completa gli studi in sceneggiatura a Mosca, presso l’Istituto Federale di Stato di Cinematografia (VGIK), e nel 2002 si avvicina al genere documentaristico. Dal 2005 è produttore e regista di film di finzione presso la casa di produzione “20 Febbraio”. Il suo esordio, David (2002), storia di un ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti e ai gulag, partecipa a numerosi festival cinematografici, ricevendo numerosi riconoscimenti. Nel 2003 gira Deti beloj mogily (Figli della tomba banca), documentario sulla sopravvivenza di una etnia minoritaria mandata in esilio nel Kazakistan da Stalin. Scrive poi il cortometraggio Okhota na zaytsev (diretto da Igor Volochin), che riceve il Gran Premio al Festival Internazionale 2004 in Messico. Nel 2005 è invitato alla Mostra di Venezia, nella sezione Orizzonti, con Pervye na lune (Primi sulla luna), un docu-fantasy sulla conquista dello spazio da parte dei russi 23 anni prima di Gagarin, film che vince il Premio Orizzonti Doc alla 62. Mostra. Pervye na lune ottiene diversi altri riconoscimenti, quali il premio per il miglior documentario al Festival di Zagabria, il premio per la miglior opera prima e il premio della critica al Kinotavr FF in Russia, il premio speciale per il contributo artistico e la miglior opera prima al Cottbus IFF in Germania. Infine riceve il premio Stalker-Debut, come miglior regista all’International “Stalker” Film Festival di Mosca. Nel 2006 Fedortchenko realizza Shosho (Primavera), documentario sui preti pagani (druidi) della Repubblica di Mari El (Urali), ispirato al libro di Denis Osokin Nuovi Stivali.