Quaranta e non sentirli. Loro, i Pooh, si sono fatti sentire eccome, con la loro musica strepitosa e la loro inesauribile energia. Quelli che non si sentono sono i quarant’anni sulle spalle del gruppo.
Se provassimo a chiudere gli occhi e a concentrarci su musica e voci non si potrebbe dire altro che i Pooh sono un gruppo che ha saputo e sa evolversi, affinando la tecnica e limando il genere per rendersi continuamente contemporanei, riuscendo così ad avvicinarsi al pubblico di tutte le età.
Il gruppo infatti non è solo uno stendardo della grande musica italiana del passato, con un gruppo di nostalgici come ascoltatori, al contrario chi li andasse a vedere in questo nuovo tour si renderebbe conto di come nuovi arrangiamenti di vecchi successi (che non ne stravolgono la magia) e addirittura nuovissimi e poco ortodossi strumenti elettrici (il batterista ha sfoderato un sintetizzatore su “Uomini Soli”) siano alcuni evidentissimi elementi che caratterizzano un gruppo omogeneo che non vuole mollare, ma non solo, che vuole continuare e lo fa sulla strada giusta,quella appunto dell’evoluzione formale.
Dunque quaranta anche come quattro, il numero di componenti del gruppo, per dieci, il voto che si meritano dopo averci dimostrato e trasmesso tanta passione per la musica. Il loro concerto di Treviso è stato un ritorno in patria trionfale, dove si è potuta ascoltare la migliore musica leggera italiana della seconda metà del secolo scorso, e della musica strumentale superlativa, dove l’esperienza degli anni sulle spalle dei componenti ha giovato alla tecnica, ai virtuosismi, all’improvvisazione e alle trovate timbriche ardite: per citare solo una delle mille trovate del batterista ad un tratto,come per magia, è spuntato un magico flauto traverso che ha fatto sognare il pubblico del Palaverde.
Un successo enorme, contornato da effetti speciali straordinari, laser, fumi, strumenti che spuntavano dal doppiofondo del palco, fuochi d’artificio, pioggia di coriandoli e di enormi palloncini, con un pubblico emotivamente coinvolto,che non ha risposto con il “tutto esaurito”, ma che di sicuro ha esaurito il fiato accompagnando con la voce ognuna delle canzoni presentate (tantissime, più di una trentina) e che ha dato tutto il calore che i Pooh si meritavano per essere ancora qui con noi e saperci emozionare dopo quarant’anni.