Licia Maglietta-Susan e Nicoletta Maragno-Lesley s’incontrano in chiesa, in una navata laterale, spazio “delle grandi occasioni” – di quando cioè la chiesa è molto gremita, e raccontano ciascuna la propria esperienza. Non c’è una vera e propria relazione tra i due personaggi, il loro sguardo non s’incontra mai e non dialogano mai. Hanno anche storie completamente diverse: l’una è la moglie del vicario, non crede in Dio ed è alcolizzata, tradisce il marito, pone provocatorie domande sulla fede e ha un’immagine sin troppo umana di Gesù. L’altra è attrice di alte aspirazioni e bassi risultati, puzza sotto il naso, e con una buona dose d’ironia racconta le sue peripezie per ottenere una piccola parte in un film. Per stile, aspetto, background sono contrapposte. Sembrano distantissime, ma hanno in comune il parlare di un’immagine di sé, di rappresentazione dell’essere in luogo dell’essere, e la capacità di descrivere immediatamente tante piccole ipocrisie umane della società dell’apparenza. Sono “due confessioni senza un confessore”, spiega la regista.
Forse perché per entrambi i personaggi l’energia pare affacciarsi solo nell’ultimo tratto dei loro monologhi – fatto insolito per la Maglietta -, nonostante le interessanti premesse “La grande occasione” è uno spettacolo “statico”, dove non accade praticamente nulla, e perlopiù annoia, tradendo dunque in parte l’affilato ritmo dei testi di Bennett, e relegando l’efficacia del sarcasmo amaro e mai gratuito dell’inglese all’ultima parte dello spettacolo. Originali ed efficaci invece le avvolgenti luci di Cesare Accetta..
Tratto da “La sua grande occasione” e “Un letto tra le lenticchie” di Alan Bennett, “La grande occasione”, per la regia di Licia Maglietta con Licia Maglietta e Nicoletta Maragno, luci di Cesare Accetta.
Durata 60′
Teatro Nuovo – Mirano