“La matematica del silenzio” di Federico Bertozzi

Un’ipotesi inconsueta sul trionfo e sull'ombra di Giovanna d'Arco

Santi e demoni, politica e misticismo, luce e ombra, alberi e roghi, storia ed eresia. Lo spettacolo è andato in scena a Milano il 22 e 23 ottobre.

In una scenografia scarna, una solitaria sedia nera su sfondo nero, si dipana una moderna amalgama di tecniche: recitazione (a tratti tragica e colloquiale, fiabesca e storica) sostenuta da interessanti allucinazioni, visive (videoart ambientate in esterno, in un bianco e nero estremamente contrastato) e audio (suoni e voci distorti e riecheggianti).

Congetture sull’eroina francese, la Pulzella d’Orleans, Giovanna d’Arco, e sul suo sinistro compagno d’arme, il Maresciallo di Francia Gilles de Rais, noto nella tradizione popolare come Barbablù.
Paladina la prima, considerata inizialmente eretica ma poi beatificata, assassino, pedofilo, omosessuale e satanista il secondo, hanno in comune un processo viziato da numerose contraddizioni. L’indagine teatrale ricostruisce le istruttorie dei due processi, evidenziando che la capziosa e inesorabile tenacia del Tribunale dell’Inquisizione non è indirizzata all’estirpazione dell’eresia, bensì alla delegittimazione politica ed economica dei due imputati: muoiono per questioni di territorio, di possesso. Giovanna punita da un Tribunale soggetto all’interesse di quell’Inghilterra che vede sfumare le proprie mire espansionistiche, e Gilles condannato da una giuria composta da vescovi, che hanno acquistato da lui terre e castelli, versando un piccolo acconto per poi disporre un rogo come saldo.

De Rais fu giustiziato mediante impiccagione e rogo, ma non prima di aver ricevuto l’assoluzione, da parte di un sacerdote, dai peccati commessi: il nobile, infatti, era riuscito a commuovere la curia con un ultimo profondo discorso sulla morale. Anche Giovanna d’Arco, contrariamente alla prassi dell’epoca, che prevedeva che il condannato fosse scomunicato prima di essere arso, e che gli fossero quindi negati i conforti religiosi, venne invece fatta confessare e poté ricevere la comunione, fu quindi incatenata ad una pietra e venne appiccato il fuoco alla pira.
Ambedue annientati dall’esercizio brutale del potere nel connubio tra religione e politica, vincono però la battaglia con la stroria e prendono un posto indelebile nell’immaginario collettivo. Giovanna d’Arco e Barbablù:eretici, apostati e assassini.

La matematica del silenzio
Scritto da Federico Bertozzi,
Interpretato da Debora Migliavacca Bossi, premio teatrale “La parola e il gesto.” – Musiche composte da Stefano Scarani
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