Grande affluenza di pubblico per la prima nazionale di “Dreams of Dalì” all’Arena del Sole, dal 26 al 28 gennaio 2012
Scegliere Salvador Dalì come protagonista di uno spettacolo è già di per sé un successo assicurato. Geniale, stravagante, folle, con mille manie e un cervello pieno zeppo di idee strampalate, Dalì era destinato a diventare un’icona prima ancora di mettere mano al pennello e di iniziare a dipingere i suoi quadri. Artista nel senso più intenso del termine.
A distanza di parecchi anni dalla sua morte, ne ha riproposto opere e pensiero il Vancouver City Dance Theatre, allestendo uno spettacolo di danza “multimediale e transdisciplinare”, che ha debuttato giovedì 26 gennaio (per tre sere consecutive) in prima nazionale all’Arena del Sole di Bologna.
Il progetto, realizzato in collaborazione con AterDanza, ha riscosso subito un gran successo di pubblico, avvalendosi della professionalità di ballerini come Erika Gaudenzi, Amand Pulaj e molti altri. Un corpo di ballo composto di quattordici elementi, a cui si sono aggiunti Daniele Brenna nei panni di Dalì, Alessandro Marino in quelli di Freud e Lorena Coppola nelle sensuali movenze di Gala.
La forza principale di “Dreams of Dalì” si è dimostrata essere la capacità di riprodurre a teatro, attraverso coreografie, scenografie, immagini e parole, il surreale mondo di Salvador Dalì, a partire proprio dai suoi quadri: formiche giganti, labbra rosse di donna, corpi tenuti su da stampelle sbilenche o dissezionati in cassetti, elefanti dalle gambe lunghissime e orologi squagliati. Per chi conosce l’arte di Dalì, e la ama, lo spettacolo di Roberta Baseggio (Direttore Artistico) e di Enrico Sorrentino (Direttore Esecutivo) è un’esperienza sensazionale che coinvolge tutti i sensi, per gettarli a piene mani nell’universo surrealista del pittore.
Il pubblico in sala si ritrova così coinvolto in una performance a 360 gradi, in cui danza, teatro, immagini video virtuali, tecnologia e molto altro si fondono insieme, all’insegna di uno stile che i curatori stessi del progetto definiscono “transdisciplinare”.
“Il Vancouver City Dance Theatre preferisce definire la sua attività di produzione un Progetto di Comunicazione finalizzato alla creazione della cosiddetta Cultura del Nuovo Rinascimento – spiega Roberta Baseggio – essa integra la cultura classico-umanistica con la cultura scientifico-tecnologica e con le più diverse istanze multiculturali con un approccio transdisciplinare”.
Nel contesto di un progetto ben riuscito, la punta culminante di sensibilità artistica e di capacità emotiva è rappresentata dalle scene di Italo Grassi, meravigliose anche grazie alla collaborazione del light designer Franco Marri.