Concorso
Bologna, anni ’50. Nino (Neri Marcoré) per irridere la miseria che ha colpito Bologna nell’immediato dopoguerra, è costretto a vivere di piccole truffe. Abita con la madre Liliana (Katia Ricciarelli) che, per amore del figlio, si accompagna ad un uomo rude e insensibile. Quando i due perdono anche la casa, per non rifugiarsi in una baracca, fuggono in Puglia alla ricerca dei parenti superstiti. Ma l’accoglienza non sarà delle migliori.
Basterà una lettera a celebrare la seconda notte di nozze.
Basterà una lettera a riaccendere le passioni e le speranze di Giordano (un Antonio Albanese superlativo), da sempre innamorato della moglie del fratello.
Giordano è considerato da tutti un matto, ma non ha paura di ciò che la gente può pensare.
Disinnesca bombe inesplose perché, in caso di imprevisti, si può facilmente fare a meno di uno come lui. Non ha nulla da perdere, ha già perso tutto. L’amore non corrisposto di Liliana, sposatasi anni prima con il fratello, lo ha fatto impazzire. Ma nenache l’elettricità ha potuto guarirlo.
Ora Liliana e Nino stanno per tornare da loro, vinti dalla fame e dagli stenti, in cerca delle proprie origini. E di un pò di cibo.
Avati passa e porta via tutto. Tratteggia i personaggi con abilità straordinaria, regala un film che fuoriesce completamente dallo stereotipo cui ci ha abituati.
Rinnova il suo stile con precisione e meticolosità, mettendo in scena una storia dolce e malinconica, aggiungendo un pizzico di ironia che, forse, è il vero ingrediente che mancava ai suoi film precedenti, fin troppo statici e presuntuosi.
Una buona regia si aggiunge ad una sceneggiatura semplice ma non priva di fascino. Neri Marcoré (nei panni di uno squattrinato truffatore e tirabidoni) conferma la sua straordinaria duttilità nel vestire i panni di personaggi lontani anni luce dal suo sguardo bonario e ingenuo.
Antonio Albanese è quasi commuovente nei panni dello scemo del villaggio, ribadendo la sua vena tragicomica nel rappresentare la miseria umana.
Non si può prescindere da tutto questo. Stavolta il regista bolognese ha colto il segno.
Inutili i paragoni con Federico Fellini, nonostante il tentativo, mai riuscito, di seguirne le gesta.
Stavolta il suo film convince per la sua semplicità, per la sua gradevolezza, per aver portato in scena una storia semplice, che andava raccontata.
Inutile aggiungere altro.
La seconda notte di nozze
Titolo originale: La seconda notte di nozze
Nazione: Italia
Anno: 2005
Genere: Commedia
Durata: 103′
Regia: Pupi Avati
Sito ufficiale:
Cast: Antonio Albanese, Neri Marcore’, Katia Ricciarelli, Angela Luce, Marisa Merlini
Produzione: Antonio Avati
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: Venezia