“Le anime morte” di Nikolaj Vasil’evic Gogol

L'opera incompiuta

Marc Chagall tra il 1923 e il 1927 lavorò alla realizzazione di alcune acqueforti con le quali illustrare le Anime morte di Gogol. Fu l’editore francese Ambroise Vollard, che era sul punto di ristampare il romanzo di Gogol, a chiedere a Chagall di occuparsi delle illustrazioni e il pittore accettò di buon grado.

Chagall lo fece non solo perchè le Anime morte parlavano della sua Russia, ma anche perchè avvertiva la vicinanza con Gogol nell’utilizzo del paradosso, della metafora, del fantastico per rilevare l’essenza della vita russa. Sia Chagall che Gogol si servono, infatti, di una mescolanza di sogno e realtà ed è per questo che le illustrazioni delle Anime morte sono un documento su cui è possibile studiare l’attività dell’immaginazione creatrice commenta il critico letterario Gaston Bachelard.

Le Anime morte, infatti, non è un romanzo che anticipa prima dei tempi, siamo tra il 1835 e il 1852, le tendenze del realismo o addirittura del naturalismo russo. Come la critica di Michail Bachtin ha dimostrato le Anime morte hanno alla base le forme di un allegro (carnavalesco) viaggio all’inferno perchè il riso gogoliano aveva un carattere universale e rifletteva una concezione del mondo .
Tanti critici, tra cui Angelo De Gubernatis, hanno messo in evidenzia proprio lo sguardo ironico e sarcastico con cui Gogol ci descrive la Russia della prima metà dell’800, ancora lontana dall’abolizione delle servitù della gleba.

Il romanzo parla proprio di servi ( di anime nel lessico russo) morti, ma che vengono ugualmente venduti ad un nobile decaduto e senza moralità. Il metodo che Cicikov, il protagonista, ha trovato per fare fortuna è molto particolare : va in giro per le campagne a comprare, per pochi soldi, i contadini defunti, ma non ancora registrati dal censimento e quindi apparentemente vivi. Soprattutto sono vivi a fini fiscali e Cicikov ha in mente di ipotecarli per compare, con il ricavato, anime vive così da acquistare dei possedimenti dai governatori che davano terre in proporzione alla braccia per coltivarle. L’aspetto più singolare di questa vicenda è che pochi sono coloro che dubitano dell’azione di Cicikov, anzi uno dei proprietari a cui il protagonista compra le anime morte stende dettagliati elenchi che mettano in evidenza le attività in cui le sue anime sono più abili. Il romanzo permette di assistere ad una carrellata di tipi della società russa dell’epoca con i lori vizi, le degenerazioni morali e il male intrinseco nei loro comportamenti ben delineati dalla sottile critica di Gogol.

L’opera è incompiuta e Gogol quasi impazzì nel completarla a causa di problemi di ordine religioso ed etico che lo attanagliavano. Non sappiamo se poi Cicikov riesca ad avere le sue terre, ma quello che capiamo è che Gogol non è un autore classificabile in modo convenzionale, ma che è dotato di una straordinaria libertà creativa.