Dopo aver investito un uomo, Servet, avvocato di provincia e candidato alle elezioni, per evitare la prigione chiede all’autista personale Eyüp di scontare la pena al suo posto in cambio di una grossa somma di denaro. Il carcere decreta la fine dei rapporti già problematici tra i componenti della famiglia di Eyüp e le numerose bugie allontanano sempre più dalla possibilità di ritrovare la serenità.
La leggenda giapponese da cui deriva il titolo del film narra di tre scimmie che per sfuggire al male si tappano occhi, orecchie e bocca. Diventate il simbolo del rifiuto di conoscere la verità, anche all’interno della cultura occidentale sono il paradigma dei personaggi che si muovono all’interno della storia raccontata da Nuri Bilge Ceylan.
Una famiglia turca composta da tre persone, padre, madre e figlio, tormentati da un passato di morte (la perdita dell’altro figlio). Una società in cui il potere può tutto, anche cambiare il corso della giustizia. E un isolamento di fondo che emerge con prepotenza dai primi piani costanti e prolungati che indagano i protagonisti immobilizzati nella loro solitudine e nelle bugie che continuano a dirsi.
La narrazione procede per sottrazione, e la privazione principale è quella dei sensi. Il padre Eyüp non vede il tradimento della moglie perché recluso in carcere dopo aver accettato di scontare la pena per un omicidio che non ha commesso. Il figlio Ismail non parla al padre dell’adulterio anche se ne è a conoscenza e in qualche modo si sente colpevole. Infine la madre Hacer sembra avere come unico mezzo di comunicazione un cellulare dalla suoneria melodrammatica che invita ad amare ma a non farsi amare. Ed è proprio uno squillo dell’amante sul cellulare di Hacer (che non sente) a innescare il dubbio nel marito che lei lo stia tradendo.
Il film si muove attraverso un susseguirsi di scarti tra la Verità, tragica, e una serenità familiare che ormai è troppo lontana per essere anche solo sperata. Il gioco della sottrazione dei sensi che caratterizza i personaggi non basta a tacere l’infelicità che li attanaglia.
Mosso dalla volontà di osservare le contraddizioni dell’animo umano, il regista (anche sceneggiatore) ha deciso di affrontare questo tipo di situazione emotiva e psicologica raccontando una vicenda carica di relazioni complesse e violente. Già vincitore a Cannes nel 2003 del Gran premio della Giuria e doppio premio per la Migliore Interpretazione Maschile con Uzak, Ceylan quest’anno ha vinto con Le tre scimmie il premio per la Miglior Regia.
Titolo originale: Three monkeys
Nazione: Turchia
Anno: 2008
Genere: Drammatico
Durata: 109′
Regia: Nuri Bilge Ceylan
Sito ufficiale: www.nbcfilm.com/3maymun/…
Cast: Yavuz Bingol, Hatice Aslan, Rifat Sungar, Ercan Kesal, Cafer Köse, Gürkan Aydin
Produzione: Pyramide Productions, Zeynofilm
Distribuzione: BIM
Data di uscita: Cannes 2008
12 Settembre 2008 (cinema)