Prima della proiezione ufficiale di Les Plages d’Agnès, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema, viene consegnato alla regista francese il premio “Vive la Cineaste – Glory to the Filmmaker Award” .
La Varda lo riceverà da Wim Wenders, presidente della Giuria Venezia65, e dalla presidente della Giuria Orizzonti, Chantal Akerman.
Ventitrè anni dopo il Leone d’Oro di Senza tetto né legge, la frizzante ottantenne Agnès Varda torna fuori concorso con un commovente (auto)documentario.
Dall’infanzia sulle spiagge del Belgio ai ricordi su un veliero a Sete, dai poeti surrealisti ad Avignone, da Hollywood con il marito il regista Jacques Demy con cui vive il ’68 ai paesaggi dell’ Ile de France.
Poi, la malattia di Jacques, il film sull’infanzia di lui e le ottanta scope per festeggiare il compleanno.
Una vita data all’arte, con la consapevolezza di regalarsi alla magia più potente del ‘900. Passando per il teatro, la fotografia e infine donandosi al cinema, Agnès, la buffa Agnès, con il suo caschetto bicolore realizza un film bizzarro su una “vecchietta girovaga e chiacchierona” (parole sue).
Collage visivo di emozioni, con frasi ad effetto (“Se aprissero le persone in due, troverebbero dei paesaggi. Se aprissero me, troverebbero delle spiagge”), Les Plages d’Agnès è toccante e per nulla autocelebrativo.
La rêverie della Varda mette in moto le foto, le ricostruisce e le rianima, per sfuggire alla cristallizzazione del ricordo e per estrapolare dalla memoria una nuova azione.
Molte scene del film, infatti, sono tentativi di recuperare da uno scatto fotografico una nuova immagine, con nuovi personaggi e nuove idee.
La Varda riprende il passato e vi posa dentro il granello di sabbia: così facendo il ricordo s’inceppa e rinasce sotto nuove spoglie, con nuovi e toccanti stimoli.
Colorato e magico, il mondo della Varda è uno dei migliori. Le amicizie con Jean Vilar, l’amore di Jacques Demy, le frequentazioni con i jeunes turc della Nouvelle Vague, i film con Jane Birkin e la fortuna di far esordire Philippe Noiret (La pointe courte, 1954)
Un’ode alla propria esistenza, declinata con poesia e restituita senza nessuna presunzione.
Una genuina passeggiata nei suoi splendidi ottant’anni, segnati dal fascino e dall’intensità, dal dolore e dal rimpianto degli amori e delle amicizie perduti.
Una passeggiata a mo’ di gambero, guardando indietro con la lucidità del presente, senza rimorsi o passatismi.
Agnès Varda nel suo essere legata al ricordo risulta più vivida ed effervescente di molta gioventù che ora campeggia tronfia dietro la macchina da presa.
Gli ottant’anni di Agnès (che tiene i capelli bianchi come memento della sua vera età, ma si colora solo le estremità per non concedere troppo alla vecchiaia) sono i migliori che ci siano e noi li ammiriamo gonfi di commozione e una punta di sanissima invidia.
Titolo: Les Plages d’Agnès
Regia: Agnès Varda
Nazione: Francia
Durata: 110′