“Lie To Me” – Prima stagione

Tim Roth e le microespressioni

Ha studiato per tre anni le sopracciglia di una tribù primitiva. E’ un asso nel captare le microespressioni (quelle che durano 1/5 di secondo).
Signore, se qualcuna di voi mente sull’ultima ceretta, Cal Lightman (Tim Roth) ve la farà pagare.

Le bugie sono bellissime. Richiedono una carica creativa fuori dal normale, una memoria di ferro (si dice infatti che il bugiardo prima di tutto deve avere buona memoria) e anche la capacità di ingannare a salti. E’ facile mentire su cosa si è fatto in una serata rispettando la linearità cronologica, ma provate a mentire al contrario. Si sentirà la puzza di bruciato da molto lontano. Spesso le bugie sono innocue e guai a smascherarle. Spesso sono cruciali per risolvere casi criminali e magari la verità potrebbe tornare utile.

Dallo sceneggiatore Samuel Baum, già autore di The Evidence, e dai produttori esecutivi di 24 e Arrested Development, Lie to Me (ogni lunedì alle 21 su Fox), è ispirata alla vita e all’attività del noto scienziato Paul Ekman, un talentuoso psicologo studioso del comportamento umano.
Lie to Me ne ripercorre il lavoro, le riflessioni e le argute conclusioni, sebbene gli autori tengano a precisare che i protagonisti del serial non sono affatto basati su persone realmente esistite.
Le vicende raccontate sono interamente incentrate sulla figura del Dr. Cal Lightman (Tim Roth), affiancato dalla dottoressa Gillian Foster (Kelli Williams). Cal analizza le espressioni facciali e linguaggio del corpo con la stessa accuratezza con cui i Csi analizzano i reperti inorganici lasciati qua e là nelle scene del crimine.

Con Lie to Me si torna al criminale, al colpevole, ai suoi microscopici movimenti facciali. Ci si sposta dalla fredda e scientista analisi da tavolo chirurgico alle lacrime, alla paura, all’angoscia che solca la facce dei incoscienti mentitori.
Da una impercettibile scossa del volto si è in grado di capire chi mente e come. Autentiche e infallibili macchine della verità, Cal e la sua squadra, raccolta nella Lightman Group, aiutano spesso l’FBI, la polizia locale, gli studi legali, le grandi aziende e i semplici privati a risolvere questioni complesse e altamente pericolose.
Ma lo schema sembra procedere lungo i binari un po’ miseri della tassonomia.
Tutto si riallaccia a quattro o cinque emozioni primarie che fungono da accensione del dubbio e da cui poi scaturiscono emozioni più complesse. Si nota una leggera predisposizione alla ripetizione che non è avvincente come l’attenzione per il dettaglio che occupa gli schermi nelle indagini dei coroner di Las Vegas, Miami e New York. La storia si svolge un po’ macchinosa supportata da Tim Roth che insegna ai suoi l’importanza sociale della menzogna, il ruolo indispensabile che la bugia ha nella nostra vita.
Fino a che non sarai strafatto di botox, ovvio, e non potrai più muovere un muscolo facciale.

Comunque, sulla scia del successo dei primi episodi, la Fox ha già confermato la seconda stagione.

Frase: “Verità e felicità non vanno d’accordo” (Cal Lightman)

Titolo originale: Lie to me*
Paese: USA
Anno: 2009-in corso
Formato: Serie TV
Genere: drammatico
Stagioni: 2
Puntate/episodi: 26
Durata: 45 min ca (episodio)
Lingua originale: inglese
Ideatore: Samuel Baum
Interpreti e personaggi
Tim Roth: Dr. Cal Lightman
Kelli Williams: Dr. Gillian Foster
Brendan Hines: Eli Loker
Monica Raymund: Ria Torres
Doppiatori e personaggi
Massimo Popolizio: Dr. Cal Lightman
Roberta Paladini: Dr. Gillian Foster
Giorgio Borghetti: Eli Loker
Claudia Razzi: Ria Torres
Produttore: Jeffrey Downer
Produttore esecutivo: Brian Grazer, Samuel Baum, David Nevins, Steven Maeda
Casa di produzione: Imagine Television/20th Century Fox Television
Prima visione
Prima TV USA
Dal: 21 gennaio 2009
Al: in corso
Rete televisiva: Fox
Prima TV Italia (pay TV)
dal: 7 settembre 2009
al: in corso
rete televisiva: Fox