“Lone Survivor” di Peter Berg

L'unico superstite

Lone Survivor si presenta come un film di guerra e di coraggio. Una vera storia che, forse come tutte le storie raccontate a posteriori, diventa leggenda. Ma la leggenda, si sa, scade troppo facilmente nell’inverosimile. Di sicuro ci troviamo di fronte a una storia americana, dove la patria, la fratellanza e l’eroismo cercano di identificarsi in un solo individuo: il soldato.

Quattro soldati della Navy Seals sono chiamati ad affrontare una missione segreta tra le montagne dell’Afghanistan per neutralizzare una pericolosa cellula di al-Qaeda. Il gruppo resta isolato dal contatto radio e cade in una imboscata: ogni suo componente è così costretto a combattere una battaglia disperata per sopravvivere nella speranza che arrivino i rinforzi.

Peter Berg è un regista devoto all’azione. E prima di tutto sembra esserlo alle imprese militari: sul suo curriculum sfilano una serie cospicua di film di guerra dove l’azione si mescola al coraggio militare. Da Friday Night Lights a The Kingdom, da Battleship fino a The Loosers, di cui cura la sceneggiatura, il suo pallino fisso è il coraggio estremo al quale è chiamato un militare in azioni di guerra.

In Lone Survivor tutto questo si nota fin da subito: i 5 minuti iniziali del film sono emblematici di una enfatizzazione dei Navy Seals, del loro modo di esercitarsi e del modo in cui, al limite della disumanizzazione, viene forgiato il loro carattere. Una serie di imperativi categorici al capo dei quali se ne stanziano due, superiori alla sopravvivenza propria e della propria truppa: trasformare qualsiasi dolore fisico in rabbia e proteggere sempre, a qualsiasi costo, i propri compagni.

Su queste due basi si forgiano uomini che detengono un briciolo di emozione umana soltanto di fronte al ricordo, alla nostalgia verso ciò che possiedono a casa, e tale nostalgia la applicano inevitabilmente anche nelle scelte che si trovano a fare: è proprio per questa scelta umana che si trovano, consapevolmente, a cadere in un’imboscata senza via d’uscita.
La regia di Peter Berg è perfetta, adrenalinica e cruda, forte quanto basta per riportare allo spettatore il senso di una violenza che si arriva ad esercitare come un mestiere. Lo spettatore è inchiodato alla poltrona, immerso nell’azione come si trovasse sul luogo stesso a schivare i proiettili e a cercare con tutto se stesso di sopravvivere. I volti convincenti e americani di attori come Mark Wahlberg (The Fighter), Ben Foster (Quel Treno Per Yuma), Emile Hirsch (Into The Wild) e Taylor Kitsch (Le Belve e Friday Night Lights) aiutano moltissimo il regista in questa sua opera di realismo.

Peter Berg riprende il romanzo di coraggio basato su una storia vera, scritto per il New York Times dall’unico superstite Marcus Luttrell. Lo riprende per filo e er segno, nel bene e nel male. Ci dimostra la cruda violenza e la sua inevitabilità quando questa diventa un mestiere, ci mostra la passione per la vita che emerge da questo mestiere e come questa passione non vada contro uno sprezzo per la morte che impone il sentimento di coraggio.
Ma da un lato opposto ci riempie di una retorica infinita e debole, quella che non possiamo che cogliere sotto questa luce, noi che non siamo cresciuti salutando ogni mattino della vita la nostra bandiera, noi che ancora abbiamo il dubbio che una guerra possa essere davvero l’indirizzo giusto verso la pace, noi che non siamo americani. Qualcosa stona inevitabilmente in questo film.

Ed è questa incrinatura che riusciamo a notare dalla nostra realtà profondamente differente che ci permette di cogliere la retorica che sfugge a Lone Survivor. Il coraggio e la fratellanza contro un nemico che possiede una sola faccia, quella che per l’intero film viene combattuta e maledetta, improvvisamente si confonde: forse è una trovata che manca la tempistica cinematografica, ma risulta inverosimile il grande salto che Berg vuole proporci dalla guerra all’umanità. Una umanità che emerge proprio nel finale del film, fuori luogo rispetto alla violenza nella quale si è stati trasportati per tre quarti della proiezione, tanto più perchè gratuita, completamente gratuita: la scoperta di un uomo con la stessa faccia del nemico che salva dalla morte a costo della propria vita un militare americano dai talebani.

Forse è la nostra distanza da quei valori americani che ci impedisce le lacrime di fronte all’infinita carrellata di fotografie finali nelle quali vengono ricordati i soldati caduti. Forse è la nostra distanza che ci convince all’incredulità di fronte al gesto del povero pastore afghano che salva il soldato senza chiede nulla in cambio. Forse è sempre la nostra distanza che ci fa uscire dalla sala cinematografica delusi, senza nessuno stimolo a svegliarsi il giorno successivo e salutare una qualsiasi bandiera.

Titolo originale: Lone Survivor
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Genere: Azione
Durata: 121′
Regia: Peter Berg
Sito ufficiale: www.lonesurvivorfilm.com
Social network: facebook, twitter
Cast: Mark Wahlberg, Taylor Kitsch, Emile Hirsch, Ben Foster, Yousuf Azami, Ali Suliman, Eric Bana, Alexander Ludwig
Produzione: Envision Entertainment, Film 44, Foresight Unlimited
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Data di uscita: 20 Febbraio 2014 (cinema)