A Torino in occasione della presentazione del suo film “The notorious Betty Page” nella sezione “Americana”, la regista canadese Mary Harron ha raccontato genesi e realizzazione del film sulla regina delle pin-up americane.
“Betty Page era un enigma, anche perché è vissuta in un’epoca in cui convivevano un grande conservatorismo accanto a profondi cambiamenti del costume sociale”. La molla che ha spinto Mary Harron ad affrontare la storia della regina delle pin-up parte da qui.
E per realizzare questo racconto la regista ha dovuto effettuare una accurata ricognizione degli anni Cinquanta, periodo durante il quale si gettarono i semi dei grandi cambiamenti che caratterizzarono il decennio successivo. “Ho parlato – ha spiegato la Harron – con persone che avevano conosciuto Betty, il suo primo marito, suo fratello e la fotografa newyorchese Paula Klaw, per inquadrare il personaggio, e poi ho fatto molte ricerche, cercando di capire il linguaggio e lo stile di quell’epoca”. Una full immersion in un periodo storico, che il film ha perfettamente ricreato.
Nel film c’è anche una contrapposizione tra i due lati del carattere di Betty Page: “Oggi Betty Page – ha proseguito la regista – è più famosa che all’epoca, è diventata un’icona pop a tutti gli effetti. Credo, e spero, di aver reso nel film i suoi due aspetti più contrastanti: la sua giocosità, il suo essere sempre sorridente e allegra in contrasto con un certo lato oscuro. Quello che le permetteva di essere al centro dell’attenzione, mantenendo però sempre il controllo della situazione. Un comportamento che le derivava da drammatiche esperienze: aveva subito abusi sessuali da parte del padre da piccola ed era stata vittima di una violenza di gruppo, due episodi che nel film sono ben presenti. Volevo stabilire un collegamento tra questi fatti senza essere troppo esplicita, per lasciare allo spettatore la possibilità di scoprirlo”.
Il film è stato concepito tutto in bianco e nero. Le riprese a colori sono state una scelta successiva e contemporanea alle riprese a Miami: “Il bianco e nero era perfetto per le riprese al chiuso e per i set fotografici, anche perché le foto originali scattate nello studio dei Klaw erano tutte in bianco e nero, perfetto anche per le immagini della New York di quegli anni. Quando ci siamo spostati a Miami ho capito che il colore poteva diventare un mezzo per riprodurre l’eccitazione e la gioia di Betty, che scopriva un nuovo mondo e si affacciava a nuove esperienze”.
La scelta di Gretchen Mol, che è piaciuta anche alla vera Betty Page, nel ruolo della protagonista è arrivata dopo un lungo casting: “Abbiamo fatto molti provini, ma tutte le attrici si presentavano con un atteggiamento troppo sexy. Gretchen, invece, ha saputo rendere la vulnerabilità, la tristezza strisciante e la giocosità. E’ stata l’attrice perfetta e ha saputo regalare al personaggio un mood davvero speciale. Oggi non riuscirei ad immaginare questo film senza di lei”.