«Alla timida richiesta di fissare un’intervista per dare il via a un futuro libro sulla sua vita e i suoi film, la risposta fu lapidaria: “No, grazie. Non se ne sente il bisogno”».
Si apre così My name is Virzì, biografia del regista Paolo Virzì, scritta da Alessio Accardo e Gabriele Acerbo, decisamente contro voglia del diretto interessato. O almeno in un primo momento.
Tutto ha inizio quando la coppia Accardo-Acerbo, uno dei due autore di una tesi su Age e Scarpelli di cui Virzì si appassionò molto e l’altro comparsa in uno dei suoi film, si mette in testa di scrivere un libro su Paolo Virzì, regista certamente di successo, ma non proprio avanti con l’età. L’idea suona strana a molti, compreso Valerio Mastandrea, che commenta con un “Perché? E’ morto?” e lo stesso Paolo, che all’inizio sembra quasi voler remare contro, piuttosto che collaborare.
Eppure, giorno dopo giorno, seguendo il filo delle interviste e dei racconti di chi con Virzì ci ha trascorso una vita e dunque lo conosce bene (dalla mamma Franca al fratello Carlo, dalla moglie Micaela all’amico di sempre Giorgio Algranti), il racconto prende forma. E finisce per trasformarsi, da una semplice biografia critica cinematografica, in una vera e propria storia: un romanzo di vita che affascina tutti, persino lo stesso Paolo.
Così nasce My name is Virzì, simpatico resoconto delle avventure di un regista livornese, che oggi, all’età di quarantasei anni, ha all’attivo “nove film girati, qualche documentario, una casa di produzione e una factory di autori allevati con amore”.
Un curriculum abbastanza ampio da far dire con decisioni agli autori, commentando la propria neonata opera: “Ci sembrava necessario”.
Loro, gli autori, sono entrambi appassionati di cinema. Di tutto il cinema, prima che di quello firmato Virzì.
Alessio Accardo si è appunto laureato con una tesi in Storia e Critica del Cinema, mentre oggi lavora a Sky Cinema dove ha realizzato, tra le altre cose, documentari su Mario Monicelli e Aldo Fabrizi.
Gabriele Acerbo è invece giornalista e autore televisivo. Anche lui impegnato per Sky Cinema, è co-autore del volume “Kill baby kill – Il cinema di Mario Bava”.
Insomma, le basi per scrivere una biografia su Paolo Virzì c’erano tutte, a parte una leggera ritrosia del regista stesso, tuttavia presto felicemente superata. Ecco perché alla fine il libro My name is Virzì è nato, è stato presentato con successo alla Libreria del Cinema di Roma e in altre città d’Italia ha già venduto parecchie copie, mentre Paolo si è a poco a poco sciolto, regalando agli autori, e ai lettori, interessanti riflessioni personali, buffe esperienze del passato, foto ricordo ed emozioni private.
Diviso in due parti, My name is Virzì è sia biografia, sia analisi critica di un autore cinematografico. Scelta che ne fa al tempo stesso un romanzo scorrevole e piacevole da leggere, come pure un prodotto letterario serio e studiato, che per il suo originale taglio e per la consapevolezza cinematografica che ne è alla base si è meritato la prefazione di Gianni Canova.
Da leggere e da apprezzare, non soltanto per gli amanti del Virzì uomo e del Virzì regista, ma anche per gli appassionati e gli studiosi del cinema italiano.
Alessio Accardo – Gabriele Acerbo, My name is Virzì – L’avventurosa storia di un regista di Livorno, 2010, Le Mani, pp. 334, 16 euro.