Orizzonti
In un paesino del Portogallo del nord vive una famiglia disastrata: Lucia è considerata matta dalla madre e dal patrigno, il padre naturale è morto di morte violenta ed il ritorno del fratello viene atteso invano da anni. Di più, per liberarsi della ragazza, perennemente in lotta con il mondo circostante, i genitori vorrebbero mandarla in un istituto o addirittura farla sposare col matto del villaggio. In un cupo giorno di pioggia nel bar gestito dall’infelice gruppo familiare giunge una coppia di giovani estranei…
Joao Canijo è stato assistente di De Oliveira e Wenders, e ha vinto dei premi a livello nazionale con il suo precedente lungometraggio, Noite oscura. Fin qui le credenziali; all’atto pratico, la visione di questo suo “Malnata” (tentiamo di tradurre a senso l’originale portoghese) rappresenta uno dei più deleteri esempi di malcompreso cinema festivaliero ultraintellettuale, iperlento, sonnacchioso, caracollante e vagamente inconsistente. Il buon Paulo Branco, produttore del miglior cinema lusitano da qualche decennio a questa parte, sembra aver preso una cantonata e manda nella sezione competitiva degli Orizzonti un miscuglio mal digerito e ancor meno digeribile di saudade trita e ritrita, condita da abbondanti spruzzate di luoghi comuni rubacchiati alla tragedia greca.
Non ci credete? Ricostruiamo allora insieme questo bignami di gioiose amenità da drammaturgia classica e shakespearismo d’accatto: un padre violenta ripetutamente e malmena la figlia; questa si toglie la vita; per vendetta la moglie uccide il marito con l’aiuto di un rozzo e manesco amante; un figlio scompare, pronto a sbucare dal nulla con una stramba agnizione finale; la brutta figlia superstite, un po’ fa la pazza, quell’altro po’ lo è davvero; lo scemo del villaggio se ne innamora; il figlio/fratello ritorna sotto mentite spoglie, fa sesso incestuoso con la sorella (quella brutta di prima, ché altre non ne sono rimaste!); i due amorosi consanguinei fanno dunque piazza pulita uccidendo chi gli capita a tiro, per vendicare non si è ben capito quali colpe che due ore di film non riescono ad illustrare con una esposizione un minimo concisa.
Non si sa dove volgere lo scudo del buon senso per parare i colpi di amletismi al femminile inzeppati di smorti echi edipici, la scena è perennemente immersa in una nebbia dell’anima concretizzata nella perenne penombra, mentre il matto-menestrello strimpella imperterrito degli accordi di fado da supermercato, simboleggiante i peggiori stereotipi della nostalgia portoghese. L’amato e geniale Monteiro si sbellica intanto rivoltandosi come una trottola nella sua tomba, e noi sospiriamo ripensando al suo La commedia di Dio, vero grande cinema portoghese, o alla solida genialità storica del centenario Manoel.
Che dire: il vero cinema e il vero Portogallo sono altrove, lontani da questi piagnistei soporiferi e da queste tragedie da onanismo intellettuale.
Titolo originale: Mal Nascida
Nazione: Portogallo
Anno: 2007
Genere: Drammatico
Durata: 117′
Regia: João Canijo
Sito ufficiale:
Cast: Gonçalo Waddington, Fernando Luís, Márcia Breia, Anabela Moreira, Olivier Leite, Tiago Rodrigues
Produzione: Clap Filmes
Distribuzione:
Data di uscita: Venezia 2007