Venezia 67. Concorso
1845: una piccola carovana di pionieri attraversa aride regioni dell’Oregon in cerca di una terra fertile dove stabilirsi. Le condizioni sono dure e i pionieri si trovano costretti a “scommettere” sull’aiuto di un indiano.
I (pochi) western visti negli ultimi anni tendono generalmente a una spettacolarità un po’ fracassona ed esteriore. Di tutt’altra pasta è invece fatto Meek’s Cutoff. Potremmo dire che se, per assurdo, Robert Bresson avesse diretto dei film western avrebbe probabilmente realizzato qualcosa di non molto lontano dal film di Kelly Reichardt. Al regista francese rimanda la scarnificata essenzialità del racconto (l’accenno di sorriso dell’indiano dopo la rottura del carro rivela sapienza narrativa, quella di chi non ha bisogno di tanti aggettivi e avverbi per raggiungere l’obiettivo), con la sua capacità di enfatizzare i gesti più banali (come lo scambio di una tazza d’acqua), conferendo loro una “tensione” particolare, quasi religiosa.
Ma, per proseguire con l’ardito paragone con Bresson – paragone rispetto al quale la Reichardt, in conferenza stampa, a una nostra domanda, si è detta lusingata, considerando il regista di Pickpocket come un suo punto di riferimento –, l’affinità è anche tematica. I pionieri del film si dibattono, come molti personaggi bressoniani, tra la durezza estrema delle condizioni materiali di vita e l’attesa o la speranza della Grazia (cosa c’è dietro la collina?). E i dialoghi sulle decisioni e sulle scelte da compiere sembrano rimandare al tema del silenzio di Dio e alla scommessa di cui parla Pascal, ossia temi ricorrenti nella filmografia bressoniana.
Il film possiede qualità visive che si esprimono con controllata sobrietà. È da notare, a questo proposito, la scelta – decisamente inusuale per un genere che vive di grandi spazi – di un formato dello schermo non panoramico. La Reichardt sa però valorizzare gli spazi desertici dell’Oregon e la loro durezza che sembra precludere qualsiasi speranza, così come riesce a conferire drammaticità alle inquadrature dei personaggi (per esempio, l’inquadratura della signora White dopo la caduta del marito).
Alla proiezione a cui abbiamo assistito Meek’s Cutoff non è stato molto apprezzato dal pubblico del festival: qualche timido applauso e qualche fischio. A nostro avviso, invece, per il rigore e la coerenza con cui sviluppa l’originale approccio stilistico al genere, è invece un film che meriterebbe molta maggiore considerazione.
Titolo originale: Meek’s cutoff
Nazione: U.S.A.
Anno: 2010
Genere: western
Durata: 104’
Regia: Kelly Reichardt
Cast: Michelle Williams, Paul Dano, Bruce Greenwood, Shirley Henderson, Neal Huiff, Zoe Kazan, Tommy Nelson, Will Patton, Rod Rondeaux
Produzione: Evenstar Films, Film Science, Harmony Productions, Primitive nerd
Distribuzione: Archibald
Data di uscita: Venezia 2010 (concorso)