“Mind a gap” – Anton Lachky Company

Il Festival Equilibrio della Nuova Danza prosegue all’Auditorium di Roma con lo spettacolo della Anton Lachky Company.

Il movimento dei coni di luce lungo il perimetro del palcoscenico alimenta l’attesa. Gesti percepibili nella penombra, alcune figure attraversano il palco confabulando tra loro. Improvvisamente il silenzio viene rotto da una frastornante melodia classica, è il segnale: 5 personaggi si smaterializzano sul palco e scossi dal loro stato di quiete proiettano una cascata di piroette e acrobazie nell’aria. Si comprende da subito la “purezza d’intenti” dello spettacolo “Mind a gap”: la danza questa volta non è il metodo scelto per narrare qualcosa. Al contrario, si coglie appena un abbozzo di vicenda nel mezzo della sequenza incalzante di passi, perchè la danza qui è la vera protagonista.

I ballerini, posseduti da una forza misteriosa, lottano follemente con la musica solenne di contorno. Piedi, gambe, braccia non si fermano un attimo. Lo spettacolo diventa un gioco infantile, come bambini i danzatori si stupiscono della semplicità di un raggio di luce e si sfidano a duello interpretando serpenti, rane, aquile e orangotanghi. L’occhio dello spettatore non trova un punto sul quale soffermare la propria attenzione, il palcoscenico si trasforma in multiforme festa gioiosa. Ma è proprio nei momenti di silenzio che si apprezza maggiormente la bravura tecnica di questi ballerini e la creatività delle loro sperimentazioni che tuttavia rivelano una matrice classica.

Nonostante l’apparente confusione generata dalla sovrabbondanza di mosse, il programma è stato concepito fin nei minimi dettagli, anche le musiche sono state scelte appositamente in contrasto con la danza. Proprio toccando l’apice del melodramma romantico con il balletto solista di E lucevan le stelle viene introdotto un elemento portante dello spettacolo: la comicità. Il taglio ironico che si manterrà fino alla fine, incalzato da un’abile capogruppo, rappresenta la carta vincente dello spettacolo. Se inizialmente il pubblico è rimasto sorpreso dall’incredibile energia sprigionata sul palcoscenico, ma tuttavia solo spettatore di quanto avveniva, successivamente le risate hanno accorciato la distanza tra i due lati del palco. La danza evolve quasi naturalmente da gioco a caparbio numero da circo, accompagnato da esclamazioni e gesti tipici di trapezisti e cavallerizzi.

Così come era esplosa, l’energia lentamente si prosciuga in una coreografia dalle tinte tenui. Nella luce soffusa e a passo tranquillo i danzatori lasciano la scena.

Mind a gap
coreografia di Anton Lachky
con Peter Jasko, Milan Herich, Seoljin Kim / Ásgeir Helgi Magnússon, Quan Bui Ngoc, Sergi Parés / Beatrice Debrabant
produzione: Seventyseven
coproduzione: KVS (Brussels), Charleroi/Danses (Charleroi), Hellerau – Europäisches Zentrum der Künste (Dresden), Danscentrum Jette
con il sostegno di Communauté française Wallonie-Bruxelles

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