Venezia 70. Fuori Concorso
Un padre di famiglia tradisce la moglie, che lo scopre e prova ad evirarlo. Dopo aver fallito, riserva la sorte che aveva pensato per il marito al figlio, punendo lui per le colpe del padre. Questi, sconvolto, si fa evirare a sua volta in sala operatoria per condividere il dolore del figlio. La scoperta del fatto che il dolore corporeo può provocare un orgasmo nell’uomo spingerà la famiglia in un vortice di violenza e depravazione.
Dopo il Leone d’oro vinto lo scorso anno per Pietà, Kim Ki-Duk torna a Venezia con un thriller morboso, visivamente potente ma povero di contenuti.
Nonostante affronti temi imponenti, con escursioni nella psicoanalisi freudiana, tra complesso di Edipo e castrazione, e nella tragedia classica (il gesto della madre che dà il via al film ricorda da vicino quello di Medea), Moebius non convince per la scarsa caratterizzazione data ai personaggi, di cui sfuggono quasi del tutto le motivazioni. Il crescendo di violenza appare del tutto ingiustificato a livello di trama, e risulta quindi un puro esercizio di stile, un’esplorazione dell’inconscio del regista non sorretto da un’efficace trasposizione scenica.
I rapporti tra i personaggi cambiano rapidamente senza alcuna giustificazione efficace, rendendo ogni loro azione insensata e facendo perdere di pathos alcune scene costruite per essere un pugno allo stomaco, che finiscono però per risultare solo ridicole (oltre a ignorare il significato del termine “emorraggia”).
Quello che al film difetta in trama lo recupera nelle immagini: Ki-Duk costruisce un’atmosfera claustrofobica, pervasa da un’assordante afasia che obbliga lo spettatore a concentrarsi su immagini crude ma forti ed evocative. Nonostante la tensione cali troppo spesso per avere un reale impatto sullo spettatore, è impossibile non rimanere affascinati dall’abilità con cui il regista compone il quadro, attraverso un abbondante uso di primi piani intensi e sofferti, cui gli attori prestano corpo e anima.
Moebius è un film fortemente imperfetto, in tono minore, in cui la forza delle immagini non trova adeguato sostegno nella trama e nei protagonisti, totalmente mancanti della caratterizzazione e forza emotiva necessarie per vestire la maschera tragica che il regista ha disegnato per loro. La violenza risulta posticcia e quasi grottesca, e manca quella riflessione sul suo ruolo nella società contemporanea e nelle nostre vite che caratterizzava i precedenti lavori del regista coreano. Restano le immagini, troppo poco per considerare sufficiente la prova di un regista che ci aveva abituato a ben altro.
Titolo originale: Moebius
Nazione: South Korea
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 90’
Regia: Kim Ki-Duk
Cast: Cho Jae-Hyun, Seo Young-Joo, Lee Eun-Woo
Produzione: Kim Ki-duk Film
Distribuzione: Movies Inspired
Data di uscita: 5 Settembre 2013; Venezia 2013