Per la cronaca: nel corso della loro carriera, i Death Cab for Cutie hanno ottenuto una sfilza di successi che, partendo dall’ambito indipendente e raggiungendo fama mondiale con il campione di vendite su major Plans”del 2005, li ha portati a confrontarsi con le svariate fasce di un pubblico via via sempre più numeroso. Pertanto, sembra(va?) da mettere in conto la delusione di molti dopo l’uscita di Narrow Stairs.
La band pare abbia risposto all’aspettativa suscitata aprendosi con convinzione a suggestioni più variegate, senza farsene sedurre troppo, senza neanche continuare stancamente sulla via più orientata commercialmente; presentando un’evoluzione, certo che sì, che però non rispecchia uno stravolgimento, ma percorre uno scenario, diciamo, discretamente mutato.
Permangono alcuni deliziosi brani caratterizzati da uno stile sdolcinato e ammiccante, costruiti dall’intrecciarsi di testi amari e melodie vocali cristalline, riff di chitarra particolarmente cool e solida architettura ritmica. Per citarne alcuni: No sunlight – che tratta un tema, quello del doloroso passaggio verso la maturità, che appare centrale per il trentunenne Gibbard -, Your twin sized bed (che sembra estratta da un disco di Jack Johnson) e Cath – canzone delicata e allo stesso tempo struggente sulla disperazione di un matrimonio sbagliato, quest’ultima è, forse, la più convincente dell’intero album e riesce a coinvolgere per tutta la sua durata: dal bel riff di chitarra all’emozionante ritornello fino al conciliante finale.
Narrow Stairs contiene però anche pezzi meno user-friendly: I will possess your heart, significativamente scelta come primo singolo, è costruita su una lunga e ripetitiva introduzione che solo dopo oltre quattro minuti sfocia nel cantato; oppure l’apertura affidata a Bixby canyon bridge, ispirata dal libro “Big Sur” di Jack Kerouac e dotata di una lunga coda strumentale; e poi Pity and fear e Grapevine fires (venata di soul e dedicata agli incendi dello scorso anno in California), che possiedono toni e sfumature inconsueti per il quartetto di Seattle.
Più in generale, il sesto album dei DCfC conferma il talento di Gibbard e soci e la coesione del gruppo. Palesando una varietà e stratificazione perlopiù inedita, Narrow Stairs è da considerarsi come un più che riuscito lavoro. Di transizione?
Per un assaggio, sentire e vedere:
_ 1) Myspace:
www.myspace.com/deathcabforcutie
_ 2) Video ufficiale di “I will possess your heart”:
it.youtube.com/watch?v=pq-yP7mb8UE&feature=related
_ 3) “I will possess your heart”, Live at DL Late Show (versione ridotta):
it.youtube.com/watch?v=JmS0Kjxs2v4