Alla Biennale Nero, primo episodio della “Trilogia quasi dantesca, sicuramente non salvifica” diretto dal Gruppo Ponte Radio
Nero Inferno, uno spettacolo che, grazie alla sua fluida coralità, è riuscito a ipnotizzare l’attenzione del pubblico per l’intera durata della rappresentazione, creando all’interno del suggestivo Teatro Piccolo Arsenale, una fitta trama d’emozioni tra la platea e il palcoscenico.
Ieri, domenica 1 marzo i giovanissimi attori, diretti dal ravennate Gruppo Ponte Radio di Alessandro Taddei, Enrico Caravita e Valentina Venturi, in prima europea hanno accolto i numerosi spettatori, tra cui diversi loro coetanei, facendosi trovare già disposti sul palco, in una perfetta geometria d’immobili corpi, dalla staticità incisivamente espressiva.
Tredici bambini tra i 9 e i 14 anni, provenienti da Jenin, Cisgiordania, che, con la sola estrema semplicità dei loro movimenti, in un continuo apparire, ripararsi, celarsi dietro protettivi, neri pannelli, resi altrettanto protagonisti in questa danza camminata, sono stati in grado di trasmettere sofferenze, angosce, paure, speranze vissute nel loro paese.
Il ritmo è scandito dalla rottura di un sovrastante, profondo silenzio, infranto da un melodioso quanto lancinante canto arabo di bambine eseguito dal vivo, o dallo scorrimento delle ruote su cui i pannelli, guidati dai bambini, acquistano movimento. Il tetro buio che domina le scene, a cui s’affianca la cupa sobrietà del colore nero prevalente, è perforato da piccole luci e fari che, simili agli animi dei bambini, non sono abbastanza forti per riuscire a rischiararlo: essendo troppo pregni di terrore, sono in grado solo di punteggiarlo.
Gi attori raccontano la loro terra attraverso tre elementi fondamentali: mare, aria, acqua, comunicati non attraverso il volatile linguaggio verbale, ma tramite la pittura, impressa su alcuni pannelli.
Il contrasto provocato dalla lenta sincronia dei movimenti, apparentemente indipendente da una trama contenutistica, ma al contempo in grado di trasmettere profonde emozioni, desta nello spettatore un’avvincente curiosità; testimone il velato ma percettibile desiderio manifestato, a spettacolo concluso, da gran parte del pubblico, il quale avrebbe volentieri proseguito più a lungo quell’evocativo viaggio in Palestina.
Nero Inferno Trilogia quasi dantesca, sicuramente non salvifica [prima europea]
di Alessandro Taddei, Enrico Caravita, Valentina Venturi
regia Alessandro Taddei – disegno luci Valentina Venturi – costumi e scene Valentina Venturi, Enrico Caravita, Alessandro Taddei
con Ahmed Maher Jamal, Ali Omer Frihat, Basem Omer Awad, Mohammad Waseem Aljaiuossi, Feker Taher Ateeq, Haya Ghazi Abufarha, Khalil Ghasan Habbalrih, Layth Abd Alkareem Shalamish, Mohammad Ra’ed Abukhalil, Naser Ra’ed Abukhalil, Omar Ahmed Shalamish, Qossay Roshdi Shaban, Rimah Mousa Ararawi, Rina Moustafa Alnajjar, Renad Nihad Abdallah, Mohammed Yousef Awad
produzione Gruppo Ponte Radio, Regione Emilia Romagna – Promozione Culturale all’Estero, Regione Emilia Romagna – Cultura d’Europa, Coop Adriatica con il sostegno di ETI – Ente Teatrale Italiano, Comune di Venezia – Assessorato alle Politiche Educative
in collaborazione con Jenin Creative Cultural Centre, Associazione OltreConfine Onlus, Scuola elementare Rodari di Alfonsine con il supporto di Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme, Consolato Generale d’Italia ad Amman, La Biennale di Venezia, Comune di Ravenna settore cultura, Coop Adriatica – C’entro Anch’io, S.p.m. Consulting s.r.l., Bondoli e Campese S.p.A.