Notizie dal XI Medfilm Festival

Conclusa a Roma l'XI edizione del Medfilm Festival

Si è appena chiusa a Roma l’XI edizione del Medfilm festival, uno dei maggiori appuntamenti romani e uno dei principali in Italia per quanto riguarda il cinema dell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente, con un bilancio largamente positivo.

Dal 7 al 13 novembre si sono successe nelle due sale del Capranica e del Museo di Roma in Trastevere decine di pellicole suddivise in tre sezioni principali: i 9 lungometraggi in concorso per il premio “Amore e psiche”, assegnato a L’attesa di Rashid Masharawi (il film era stato presentato a Venezia), giovane regista palestinese (è nato a Gaza nel 1962) al suo quarto lungometraggio, che si era fatto notare già col suo Ticket to Jerusalem del 2004. Nella stessa sezione è stata assegnata una menzione speciale al film di Nadir Moknéche Viva Laljérie, presentato in anteprima al Festival, per la convincente prova della protagonista, la bella Lubna Azabal, che interpreta in modo magistrale le inquietudini di una giovane donna nell’Algeri di oggi. Nella medesima sezione è stato presentato Istanbul tales, un curioso film collettivo scritto da Umit Unal (che ne ha anche filmato una parte) nel quale alla tradizionale struttura del film “a episodi” è superata da un intelligente montaggio nel quale gli episodi sono intrecciati, restituendo il senso di un film corale (le differenze tra le regie sono assolutamente impercettibili) che racconta una delle città più affascinanti del mondo.

Nella sezione del “Premio Eurimages” sono state presentate 7 pellicole prodotte grazie ai finanziamenti del fondo Eurimages, tra cui due distribuite di recente nelle sale italiane, come Vai e vivrai, di Radu Michaileanu, uscito in questi giorni nelle sale, e Paradise now, di Hany Abu Assad, film a cui è stato assegnato il premio “Eurimages Italia” che racconta le ultime 48 ore di Said e Khaled, mentre si preparano a compiere un attentato suicida. Tra gli altri lungometraggi di questa sezione, meritano una menzione il film del greco Pantelis Voulgaris Nyfes (noto anche col titolo inglese The brides), ambientato nel 1922, che racconta il viaggio di un piroscafo dalla Grecia verso l’America sul quale sono imbarcate 700 giovani donne greche, imbarcate in terza classe verso un marito che hanno sposato per procura; di una di loro si innamora il fotografo americano Norman Herris mentre realizza un fotoreportage sulle passeggere della nave. Notevole anche il film del giovane regista turco Semih Kaplanoglu Angel’s fall, che racconta di una donna alienata che uccide il padre; notevole è lo studio psicologico della protagonista Zeynep e della sua silenziosa e discreta follia che esploderà improvvisamente nell’omicidio del padre.

Infine nella sezione “Premio Italia nel cinema” tra le 5 pellicole in concorso è stata premiata Cuore sacro di Ozpetek “per la capacità di raccontare il conflitto interiore della protagonista che scopre il valore profondo dell’umanità che c’è in ognuno di noi facendosi testimone diretta di sentimenti come l’altruismo e la carità per i poveri” (citazione dalle motivazioni della giuria). Nel programma della manifestazione anche un omaggio al grande cineasta turco Omer Kavur, recentemente scomparso (la Turchia, per festeggiare l’inizio ufficiale dei negoziati per l’ingresso nell’Unione Europea, ha presentato 6 lungometraggi) e una sezione dedicata a Vittorio De Seta, nella quale sono stati proiettati i suoi brevi documentari girati in Sicilia tra il ’54 e il ’55. Per finire, tra i numerosi cortometraggi in concorso nella sezione “Laboratorio”, è stato premiato A bras le corps della francese Katell Quillèvere, ambientato a Gerusalemme, che racconta di un giocattolo che passa di mano in mano sotto l’occhio vigile e sospettoso della polizia.