“OTRA VEZ MARCELO” di César Brie

... perchè, finchè vi sarà memoria e amore, nessun uomo potrà dirsi veramente morto

Gambarare di Mira, 5 Aprile 2006. La vecchia palestra della scuola media G.Galilei si improvvisa palcoscenico e presta le proprie mura alla poesia di “Otra Vez Marcelo”, uno Spettacolo (mi si permetta per una volta la legittimità della maiuscola) scritto, diretto e interpretato da Cesar Brie, geniale attore/poeta argentino trapiantato in Bolivia, fondatore dell’ormai storico Teatro De Los Andes.

La non convenzionalità dello spazio scenico si traduce immediatamente, agli occhi curiosi del numeroso pubblico, in un lungo e stretto corridoio cosparso di semplici oggetti d’uso comune: un telefono, un annaffiatoio,dei recipienti, della farina; una serie di metonimie sceniche che contribuiranno a trasformare la semplice narrazione in sublime poesia visiva.
Alle due estremità della lunga corsia, i protagonisti in scena, lo stesso César Brie e la bravissima Mia Fabbri, ci raccontano una delle più struggenti storie d’amore, morte e politica ripescata dalla memoria del secolo scorso: la storia di Marcelo e Cristina.

Marcelo Quiroga Santa Cruz fu uno dei più importanti e lungimiranti intellettuali della recente storia, non solo Boliviana ma dell’intera America Latina. Uomo di complessa cultura, alternava la passione letteraria a quella politica ed economica. La sua lotta per mantenere integra l’identità Boliviana e le sue denunce, a scapito di un governo corrotto e sovrano che per i propri interessi economici stava conducendo il popolo andino verso un indegnoso tracollo economico, furono le cause della sua stessa morte. In un pomeriggio dell’estate Boliviana datata 1980, Marcelo Quiroga Santa Cruz veniva barbaramente trucidato dagli uomini del generale Meza: fu una delle prime e più importanti vittime del colpo di stato che quell’anno segnò sanguinosamente la storia del paese… desapercido… il suo corpo non fu mai trovato.

Lo spettacolo parte da questa complessa figura, dalla sua morte, e si sviluppa abbracciando in due piani tematici ben distinti, ma non per questo divergenti, il suo amore per la politica e quello per la moglie Cristina. Due storie apparentemente distinte, una pubblica e l’altra privata, non fosse per il fatto che gli accadimenti che segnarono la prima influirono pesantemente sulla seconda.
Fu un amore fatto d’attesa e di pazienza quello che vissero i due. Gli esili, le fughe e le prigionie di Marcelo caratterizzarono l’intero corso della loro esistenza comune e il lungo corridoio scenico preposto ne simbolizza ora la distanza, ora i pirotecnici riavvicinamenti.

Descrivere a parole l’intensità e la disperazione con cui questa storia è stata rappresentata risulta assai difficile. Le emozioni provate nell’essere testimoni dei repentini cambi di registro attoriale tra poesia e furore lasciano letteralmente “senza fiato”.
Pianto e rabbia ma anche istanti di incredibile tenerezza, segnano il percorso dello spettatore nel seguire la storia dei due amanti lungo le impervie vie che portano al suo tragico epilogo.
L’invito, a chiunque ne abbia l’occasione, è quello di non perdersi assolutamente la visione di “Otra Vez Marcelo”; una storia magistralmente scritta, vissuta e interpretata che racconta dell’eternità dell’amore, dell’atrocità della morte, dell’eternità dell’amore sull’atrocità della morte… perchè, finche vi sarà memoria e amore, nessun uomo potrà dirsi veramente morto.

OTRA VEZ MARCELO
di César Brie
con: César Brie e Mia Fabbri
www.teatrovilladeileoni.it