OZAWA DIRIGE MAGISTRALMENTE IL CONCERTO PER ORCHESTRA DI BARTOK

La più celebre composizione del musicista ungherese rivive in un nuovo SACD della Philips

Tra l’agosto e l’ottobre del 1943, nella triste atmosfera dell’esilio negli Stati Uniti, il compositore ungherese Bela Bartòk concepì il “Concerto per orchestra”, la sua opera senz’altro più famosa e senza ombra di dubbio la più completa ed emblematicamente riassuntiva di tutti quelli idiomi prettamente magiari che caratterizzarono i diversi sviluppi del suo stile.

Lasciata con la moglie l’Europa per trasferirsi a New York nell’ottobre del 1940, Bartòk incontrò diversi problemi esistenziali ed economici. L’atmosfera infelice che respirava negli Stati Uniti lo portò ad affrontare una difficile situazione, causata in parte da un forte senso di isolamento e dalla presenza dei sintomi di quella malattia che nel giro di pochi anni lo porterà alla morte: la leucemia.

In una situazione molto difficile egli faticava a trovare la serenità e le energie sufficienti per tornare al lavoro in quanto la Fondazione Koussevitzky, l’organismo che prendeva il nome dal suo fondatore, il celebre direttore d’orchestra nonché grande contrabbassista russo naturalizzato americano Sergey Koussevitzky, gli aveva commissionato un pezzo per la Boston Symphony Orchestra, la compagine orchestrale fondata anch’essa dallo stesso Koussevitzky.

Nonostante il difficile ambientamento con la realtà americana causato in parte anche dal modo traumatico con il quale egli fu costretto a recidere il forte legame con la sua amatissima terra d’origine (la morte della madre nel 1939, lo scoppio della spirale aggressiva del nazismo) egli si mise febbrilmente al lavoro nel 1943 realizzando il suo capolavoro “Il concerto per Orchestra” appunto, attraverso il quale sviluppò una riconsiderazione critica, e alquanto nostalgica, di tutto il patrimonio musicale europeo e contemporaneamente una nuova rivalutazione dell’elemento folklorico che, a partire dal 1905, aveva decisamente contribuito al netto rinnovamento della sua scrittura. Sotto questo specifico punto di vista il “Concerto per Orchestra” si attesta, nella produzione bartòkiana, come una sorta di testamento spirituale in quanto da un lato sembra ripercorrere in una corsa a ritroso le più importanti tappe stilistiche della sua carriera, dall’altra parte sembra condurre invece ad una sapiente semplificazione di quei materiali folklorici dell’est europeo e le tecniche della musica colta occidentale che sono indelebilmente riconosciuti come tratto inconfondibile della sua scrittura.

Il “Concerto per Orchestra” rivive nella nuovissima esecuzione dal vivo della Saito Kinen Orchestra diretta dal maestro giapponese Seiji Ozawa, per decenni direttore musicale della Boston Symphony Orchestra, il quale è autore di un’interpretazione spettacolare, attento ad evidenziare tutte le estreme difficoltà tecniche che sono disseminate in questa partitura così complessa per tutti gli strumenti. Effetti timbrici e sonori sono di grandissimo effetto, ad Ozawa non sfugge niente e ci consegna un Bartòk immortale e ancora così enigmatico in questo scorcio di XXI secolo.

Béla Bartòk
Concerto for Orchestra
Saito Kinen Orchestra
Seiji Ozawa
SACD Philips
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