Oscar 2008

I fratelli Coen trionfano in un'edizione decisamente europea

Un piccolo segmento d’animazione che ospita personaggi celebri della storia degli Oscar introduce l’ottantesima edizione degli Academy Awards. Il comico Jon Stewart si riappropria della conduzione della serata, era stato vero e proprio mattatore dell’edizione del 2006, dopo la parentesi di Ellen Degeneres, con l’usuale verve graffiante e mai prona.

L’anniversario dell’ottava decade di Oscar porta con sè molte sorprese, accanto ad alcuni premi decisamente scontati, ma soprattutto sembra riassettare il consueto “americacentrismo” dell’Academy inaugurando un trend che vede l’Europa protagonista. L’esempio principale sono le quattro statuette assegnate alle migliori performance attoriali, tutte andate a interpreti europei. E proprio le statuette dedicate alla recitazione recano la maggiore sorpresa della serata: Cate Blanchett, candidata sia come Migliore Attrice protagonista che non protagonista resta incredibilmente a becco asciutto. A rubarle la statuetta come Miglior Attrice non protagonista è, a sorpresa, la scozzese Tilda Swinton, per il suo ruolo da villain in Michael Clayton. Mentre, e in questo caso il risultato era maggiormente preventivabile, vola in Francia il riconoscimento per la Miglior Attrice Protagonista, tributato a un’emozionatissima e bellissima Marion Cotillard per la sua mimetica interpretazione de La Mome Edith Piaf ne La Vie en Rose di Olivier Dahan.

Come si preannunciava poco sopra, tutte europee anche le statuette riservate alle interpretazioni maschili, anche se in questo caso i due premi erano dati più per scontati. Il bravissimo Javier Bardem dedica rigorosamente in spagnolo il suo Oscar come Miglior Attore non Protagonista, ottenuto grazie al ruolo di spietato killer in Non è un Paese per Vecchi, alla sua famiglia, che strenuamente difese il cinema durante il regime franchista. Il premio forse più scontato della serata, ma non per questo meno meritato, anzi, va come Miglior Attore protagonista all’inglese Daniel Day Lewis, al suo secondo Oscar dopo quello ottenuto per Il Mio Piede Sinistro, grazie alla colossale incarnazione di un personaggio gigantesco come il Daniel Plainview la cui storia è narrata da Il Petroliere di Paul Thomas Anderson.

Se, come recita il sottotitolo, sono i fratelli Joel ed Ethan Coen i veri trionfatori della serata, portandosi a casa i premi come Miglior Sceneggiatura non originale (il loro film, Non è un Paese per Vecchi è tratto dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy), Miglior Regia e Miglior Film, i delusi, come spesso avviene, sono molti e si tratta di calibri importanti. In questa edizione ne possiamo annoverare almeno tre: Cate Blanchett che, appunto, non è riuscita a vincere la statuetta nonostante la doppia nomination; Paul Thomas Anderson, il cui film riesce a ottenere, oltre al successo di Day Lewis, solamente il riconoscimento alla fotografia di Robert Elswit; e Julian Schnabel il quale, penalizzato forse dalle dichiarazioni pre Oscar che lo vedevano osservare come fosse dovuto emigrare in Francia per ottenere finalmente visibilità, non porta a casa nessuna statuetta per il suo pur bello Lo Scafandro e la Farfalla.

Una serata decisamente europea si diceva; e, nel nostro piccolo anche italiana. Europea per le quattro statuette agli attori, per i premi al miglior Cortometraggio (al francese Le Mozart des Pickpockets che batte, tra gli altri, anche l’italiano Il Supplente), al Miglior Trucco (ancora La Vie en Rose); per il Miglior Film Straniero grazie alla prima vittoria di un film austriaco agli Oscar, Il Falsario – Operazione Bernhard di Stefan Ruzowitzky; per la sorprendente vittoria dell’irlandese Glen Hansard e della ceka Marketa Irglova per la Miglior Canzone Originale, grazie a Falling Slowly, le cui note accompagnano Once di John Carney, che sbaragliano la triplice concorrenza del disneyano Come d’Incanto. Ma anche una serata un po’ italiana, grazie alle vittorie della coppia Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo per le scenografie di Sweeney Todd e del giovane compositore toscano Dario Marianelli per la colonna sonora di Espiazione. Altra grande vincitrice della serata, seppur non europea, è Diablo Cody: da blogger a scrittrice, da scrittrice a sceneggiatrice, e ora anche premio Oscar per la Sceneggiatura Originale di Juno.
Niente da fare, invece, per Michael Moore: nella categoria come Miglior Documentario il suo Sicko viene superato nella corsa alla statuetta dal film di denuncia sulle torture dell’esercito americano Taxi to The dark Side di Alex Gibney (già famoso per Enron) ed Eva Orner.

Nella nicchia tecnica stravince il film di Paul Greengrass, The Bourne Ultimatum – Il Ritorno dello Sciacallo, che porta a casa in serie i premi per il Miglior Missaggio e Montaggio Sonoro e per il Miglior Montaggio. Altro premio scontato e meritatissimo è quello per Ratatouille, di Brad Bird, uno dei migliori film dell’anno, come Miglior Film d’Animazione, che non riesce però a sfatare il tabù e a vincere anche i premi nelle altre categorie in cui era candidato, Miglior Colonna Sonora e Miglior Sceneggiatura Originale.
Il riconoscimento alla carriera, invece, tributato la scorsa edizione al nostro Ennio Morricone, quest’anno è assegnato allo scenografo americano Robert Boyle, 98enne, usuale collaboratore di Alfred Hitchcock, nonchè responsabile delle scenografie in più di un centinaio di altre pellicole.

Volendo trovare un piccolo difetto a questa serata piena di sorprese e soddisfazioni, si potrebbe citare il sempre controverso filmato in memoria degli scomparsi. Filmato che ogni anno scontenta qualcuno per qualche dimenticanza più o meno grave; ma in questa edizione l’Academy sembra aver compiuto alcune sviste un po’ troppo pesanti. Forse per mancanza di tempo materiale, sono scomparsi poche decine di giorni fa, nel filmato mancavano due grandi nomi come Kon Ichikawa e Roy Scheider; ma di certo ci sarebbe stato tutto il tempo per inserire fra le commemorazioni anche quella del giovane attore Brad Renfro, scomparso a gennaio. Forse qualcuno in America ne parlerà, chissà.

Archiviata anche quest’ottantesima edizione degli Academy Awards, non resta che rimandare l’appuntamento all’anno prossimo.

QUI l’elenco di tutti i vincitori.