Giornate degli Autori
Parabola, opera prima del regista belga Karim Ouelhaj e presentato ieri nella sezione Giornate degli Autori, racconta la vita di Sarah che per guadagnare alla svelta fa la prostituta e la sua amicizia con Héléne e Axelle. Il titolo trae origine da un quadro omonimo di una ragazza morente che le tre amiche hanno in casa e che prendono ad esempio del loro destino di sofferenza e della sua passiva accettazione.
Raccontare la vita di una prostituta, le sue bassezze, squallori e compromessi.
Prova a farlo questo film portando sullo schermo la storia e la parabola di Sarah, 28 anni, che, dichiara lei stessa all’inizio in una sorta di auto-presentazione, si prostituisce per soldi: “non so nemmeno come ho iniziato. Lo fai per soldi. Piccole scelte che si fanno in un attimo per la vita”.
Prova a farlo il regista cercando di colpire più con i virtuosismi della macchina da presa e volendo stupire per la crudezza e la violenza delle scene mostrare.
Immagine sporca, traballante, sottosopra, primi piani, primissimi piani, dettagli e all’improvviso la macchina che si allontana facendo panoramiche della città (Bruxelles si presume), alternanza continua tra l’uso del colore e il bianco e nero senza nessuna coerenza o apparente spiegazione tra la scelta dell’uno rispetto all’altro.
La storia procede interrotta ogni tanto dal primo piano di Sarah che guardando in macchina si racconta e puntualizza quello che nel frattempo il film racconta.
Nulla è risparmiato allo spettatore, scene di vomito, overdose, turpiloquio, sesso orale.
Interminabile e inutile la scena dell’orgia dove Sarah, ingannata dal suo ragazzo Zacharie che vorrebbe lasciare, si ritrova al centro delle perversioni, della rabbia e della brutalità di un branco di uomini mascherati in faccia.
Se da sempre, fin dalla letteratura e l’arte, si è cercato una coincidenza tra forma e contenuto, una corrispondenza tra ciò che si dice e il modo con il quale lo si fa e lo si rappresenta, non per forza per raccontare la vita dura e sporca di una prostituta, i suoi incontri, le sue difficoltà e la sua solitudine, il modo migliore è dover scioccare, nauseare e impressionare a tutti i costi.
A volte, come in questo caso, il risultato è l’opposto: frastornati ma indifferenti.
Proprio il contrario di quello che il regista, che si dichiara amante di Ferrara, Stone, Scorsese e Kitano, si augurava: “E’ chiaro che Parabola è un film differente, particolare, che divide gli spettatori. L’importante, ad ogni modo, secondo me, è che non lasci indifferenti”.
Titolo originale: Parabola
Nazione: Belgio
Anno: 2005
Genere: Drammatico
Durata: 105′
Regia: Karim OuelhajCast: Céline Rallet, Julie Burg, Aude Lorquet, Mario Guzman, Daniel Voisin
Produzione: Ben Lee Lucas, Daniel Donkers, Laurent TixonData di uscita: Venezia 2005