PASOLINI E NOI. Relazioni tra arte e cinema

Una mostra itinerante per il trentennale della morte di Pasolini

Il progetto, che si inserisce nel più generale discorso delle relazioni tra arte e cinema intercorse sin dalla nascita di quest’ultimo e sviluppatesi secondo differenti percorsi, prende avvio dalla constatazione che molti artisti contemporanei, in particolare delle ultime generazioni, hanno lavorato, in vari modi sulla figura e soprattutto sull’opera di uno tra i più interessanti intellettuali italiani del dopoguerra, PIER PAOLO PASOLINI.

D’altra parte Pasolini stesso era stato fortemente influenzato, soprattutto nelle sue opere di regia, dall’arte figurativa. Era stato infatti allievo di Roberto Longhi all’Università di Bologna e aveva seguito il suo memorabile corso su Fatti di Masolino e di Masaccio: “Longhi era sguainato come una spada. Parlava come nessuno parlava. Il suo silenzio era una completa novità. La sua ironia non aveva precedenti. La sua curiosità non aveva modelli. La sua eloquenza non aveva motivazioni. Per un ragazzo oppresso, umiliato dalla cultura scolastica, dal conformismo della società fascista, questa era la rivoluzione”. Pasolini pensava di diventare uno storico dell’arte e aveva proposto al maestro una tesi sulla storia della pittura contemporanea (il manoscritto con i primi capitoli andò perduto nei giorni dell’armistizio dell’8 settembre del ’43).
Numerose citazioni e riferimenti sono stati rintracciati nelle sue opere cinematografiche. La storia dell’arte è stata per Pasolini un immenso deposito di materiali. Ma soprattutto l’influenza della pittura è stata presente nello stile, più ancora che nella citazione iconografica, come faceva notare Pasolini stesso (“Ah, Longhi, intervenga lei, spieghi lei, come non basta mettere una figura di scorcio e guardarla con le piante dei piedi in primo piano per parlare di influenza mantegnesca!”) che rivendicava Masaccio e Caravaggio come modelli per il bianco e nero di Accattone e di Mamma Roma (i primi due film e, insieme al successivo episodio La ricotta, i più legati all’arte figurativa).

Tra gli artisti che lavorano su Pasolini il precursore è Fabio Mauri che, poco prima della morte dello scrittore gli proietta addosso, in una mitica performance, Il Vangelo secondo Matteo (GAM di Bologna, 31 maggio 1975). Esiste a questo riguardo un’ottima documentazione del fotografo Antonio Masotti. C’è poi l’ultima generazione di artisti che appare molto interessata a riaprire un dibattito sulla controversa figura di Pasolini e che si ispira al suo cinema nelle più diverse maniere. Tra questi l’artista australiana Tracey Moffat ha realizzato una sequenza fotografica (Up in the Sky, 1997) ispirata ad Accattone le cui vicende vengono trasposte nella mappa della nuova emarginazione sempre più decentrata; Adam Chodzko ha dedicato un’opera a Salò (Reunion Salò, 1998) rintracciando i sosia dei giovani trucidati nel film e resuscitandoli in una tranquilla riunione tra amici la cui serenità contrasta con le fosche tinte del film. Ci sono poi due casi legati al teatro, in particolare alla danza: Grazia Toderi ha realizzato otto video (poi presentati alla Biennale di Venezia del 1999) definiti notturni, per il balletto della Compagnia Virgilio Sieni ispirato al Fiore delle 1001 notte (1998), proiettati nella dimensione della memoria collettiva tra la fiaba e la prima guerra in Iraq vissuta come un videogame attraverso la televisione; Giulio Paolini ha progettato scene e costumi per la messinscena di Teorema (coreografia di Davide Bombana) al Maggio Fiorentino (1999) disegnando il sipario e il fondale ambedue con una struttura a griglia che alla fine, in un coup de théatre, calerà sui personaggi.

La mostra, curata da Laura Cherubini, sarà inaugurata il 2 novembre 2005 in occasione del trentennale della morte di Pasolini, all’Archivio di Stato di Torino in Palazzo Reale e resterà aperta fino al 4 dicembre.
Come previsto dal progetto decennale dell’Istituto Nazionale per la Grafica per l’arte contemporanea Vetrine alla Calcografia, ideato da Luigi Ficacci e sostenuto dalla FONDAZIONE PER L’ARTE DELLA COMPAGNIA DI SAN PAOLO, l’esposizione sarà poi allestita dal 15 dicembre 2005 al 12 febbraio 2006 a Roma nelle sale della Calcografia.
In catalogo testi della curatrice, di Achille Bonito Oliva, di Giacinto Di Pietrantonio e di Francesco Leonetti, la “voce del corvo” di Uccellacci uccellini. In copertina uno storico ritratto di Pasolini di Elisabetta Catalano.

“PASOLINI E NOI. Relazioni tra arte e cinema” – dal 2 novembre – al 4 dicembre 2005, Torino, Archivio di Stato, Piazza Castello, 209 – dal 15 dicembre 2005 al 12 febbraio 2006, Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, Via della Stamperia, 6 – Orario: Torino: 10-18 lunedì chiuso / Roma: tutti i giorni 10 –19; Biglietto d’ingresso: Torino: gratuito / Roma: Euro 5; ridotto Euro 3; Informazioni: Torino: 011 5624431 / Roma: 06 699801-69980223 – Ufficio Stampa I.N.G. Marcella Ghio: 06 69980238, fax 06 69921454, m.ghio@inggrafica.it