“POST MORTEM” DI PABLO LARRAÍN

Il corpo, i corpi

Venezia 67. Concorso
Santiago, 1973. Mario Cornejo lavora in un obitorio come dattilografo. Durante le autopsie scrive ciò che il medico gli detta di fronte a un’infinità di corpi sventrati. Passa le sue giornate a osservare cadaveri inermi in una stanza buia e maleodorante.

Ad un tratto il Colpo di Stato guidato dal generale Pinochet. I morti aumentano: l’obitorio è stracolmo di corpi martoriati e senza vita. I cadaveri abbandonati per i corridoi, ammassati gli uni sugli altri, trasportati su carrelli sporchi di sangue diventano solo carcasse da eliminare. Mario deve ormai trattarli come oggetti, catalogarli con un numero e solo in seguito identificarli insieme a un funzionario dell’anagrafe.

Il protagonista vive al margine di una società allo sbaraglio e cerca invano di costruirsi un’esistenza e un futuro. Ama Nancy, una ballerina del cabaret Bim Bam Bum, che lo tratta come Mario tratta i cadaveri dell’obitorio. Mario è solo un oggetto nelle mani di una donna influenzata da una società violenta e materialista.

Se in Tony Manero, precedente film del regista, il protagonista Raùl provocava la morte con repentini attacchi omicidi e il suo corpo volgare e sgraziato diveniva simbolo del degrado del Cile di Pinochet, in Post Mortem Mario deve trascinare e accatastare altri corpi che il Golpe cileno ha prodotto. Il film racconta la morte di un individuo, di un popolo e di una nazione. Il trasporto dei cadaveri di Mario, come le uccisioni di Raùl, rimandano ai problemi della società cilena degli anni ’70. I protagonisti dei due film sono sospesi tra un passato dimenticato e un futuro insicuro, vagano senza meta in una realtà che li induce a valorizzare solo ciò che è materiale ed effimero. E se Mario, a differenza di Raùl, è animato da un sentimento amoroso (quello per Nancy) che non è solo desiderio sessuale, finirà comunque per essere dominato dalla negatività della realtà in cui è immerso. Mario viene educato alla morte: di fronte al comportamento di Nancy eliminerà anche l’ultima speranza per una vita animata da emozioni e sentimenti.

Pablo Larraín si è ispirato, per la realizzazione del film, a un articolo di giornale riguardante l’uomo che aveva realizzato l’autopsia del corpo dell’ex-presidente cileno Salvador Allende nel giorno del Colpo di Stato. In Post Mortem anche Mario assiste all’autopsia del politico. La sequenza è breve: ha l’obbiettivo di coniugare la difficile realtà politica nazionale con la vicenda del singolo individuo. Come afferma il regista: «Non è soltanto l’autopsia di Salvador Allende, è l’autopsia di Allende e della vita nebulosa di Mario Cornejo».

L’esistenza del protagonista è un travaglio esistenziale senza fine: il suo corpo rimane in vita, la sua anima è morta da tempo.

Titolo originale: Post Mortem
Nazione: Cile, Messico, Germania
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 98′
Regia: Pablo Larrain

Cast: Alfredo Castro, Antonia Zegers
Produzione: Fabula, Canana, Autentika Films

Data di uscita: Venezia 2010