Mancanza di coordinamento, dialogo, visibilità, promozione… questi ed altri i problemi che si trovano ad affrontare oggi le piccole realtà cinematografiche del Veneto, in particolare i festival di cortometraggi. Di questo si è parlato il 4 e 5 giugno a Pieve di Cadore alla prima edizione del Veneto Videofest, organizzato dal Cinit-Cineforum Italiano in collaborazione con la Regione Veneto e il Comune di Pieve di Cadore.
Questa prima edizione del festival è stata occasione di incontro, riflessione e dibattito tra le istituzioni e le varie associazioni che organizzano festival di cortometraggi nel Veneto; in particolare ne hanno parlato Decimo Colognato per la Regione Veneto e il Sindaco Roberto Granzotto e l’Assessore alla Cultura Giovanna Coletti per l’amministrazione di Pieve, con i responsabili delle organizzazioni dei festival veneti (più di 10: Asolo Art Film Fest, Circuito Off, Cortì Cortò, Euganea Movie Movement, Gallio Opere Prime, Mestre Film Fest, Pieve di Cadore Film Fest, Toni Corti, solo per citarne alcune). Il dialogo con la Regione era già cominciato lo scorso agosto in occasione della 60° Mostra del Cinema di Venezia, ed ora Cinit, organizzando questo convegno, ha promosso la continuazione dei lavori.
La proposta principale emersa è innanzitutto quella di creare una rete di collegamento tra le varie associazioni in modo da renderle più unite nel dialogo e nelle richieste alle istituzioni e più forti nella promozione delle proprie attività all’esterno. Problemi di visibilità e di fund raising (nonché di distribuzione e commercializzazione degli audiovisivi) sono infatti molto comuni e diffusi nelle varie organizzazioni. Alle associazioni che lamentano scarso interesse da parte della Regione alle attività cinematografiche minori e in particolare ai Festival di cortometraggi, Decimo Colognato risponde che “la Regione interviene con un ruolo non economico ma partecipativo per dare spazio alle piccole realtà culturali, in un ottica di valorizzazione delle attività prodotte nel Veneto”. La Regione quindi, si è resa disponibile ad accogliere le varie proposte avanzate dalle varie organizzazioni e riassunte dal Cinit quali: utilizzare il sito web istituzionale per la promozione dei festival, come calendari e bandi di partecipazione, creare un audiovisivo in formato dvd che raccolga le migliori opere di tutti i festival, istituire una mediateca, nonché cercare di spingere la promozione degli eventi dialogando con le televisioni locali e le aziende private.
Rimane aperta la questione dei finanziamenti.
Il problema discusso è molto complesso e si inserisce in un periodo di totale cambiamento sia di concezione sia -soprattutto- di sostentamento delle attività culturali, che non interessa solo il Veneto, ma tutto il paese. Le associazioni cinematografiche e quelle culturali in genere infatti, non possono più pensare di avere come unico interlocutore le istituzioni, ma devono aprirsi ad aziende private, come le camere di commercio e le fondazioni bancarie, ormai principali fonti di ossigeno per finanziare e promuovere le proprie attività. E’ importante quindi iniziare un percorso di collaborazione e coordinamento per creare un circolo virtuoso tra associazioni, aziende e istituzioni locali, un cambiamento di mentalità è d’obbligo se si vuole superare la crisi, e l’occasione data dal Veneto Video Fest segna una svolta, un punto di partenza necessario.
Bisogna organizzarsi per essere un interlocutore unico e credibile, in modo da abbattere il pregiudizio che le attività culturali non producono nulla (in termini monetari) perché non è così: se adeguatamente ideate, organizzate e realizzate (e ciò lo dimostra ampiamente l’esempio trevigiano della Casa dei Carraresi) valorizzano il territorio e migliorano la sua immagine, promuovono il turismo, creano un indotto e quindi ricchezza. E’ importante crederlo se si vuole che le attività culturali, soprattutto quelle minori come i festival di corti, prosperino anche in futuro.