Padiglione della Repubblica di Cuba – LA Perversión de lo clásico: anarquía de los relatos

La Biennale di Venezia - 55. Esposizione Internazionale d'Arte

I curatori, Jorge Fernando Torres e Giacomo Zaza, hanno dichiarato di voler dare vita a un piccolo “palazzo enciclopedico” all’interno del Museo archeologico in piazza san Marco. Dall’incontro di sette artisti cubani con sette artisti internazionali nasce questo non-museo, aperto alla contaminazione e al dialogo, un luogo dove riprodurre il contesto originario di formazione dell’opera d’arte e non uno spazio storicizzante di alienazione e sradicamento dell’esperienza artistica. In una prospettiva, che sembra riflettere echi gadameriani, si costruisce così questo piccolo “museo” dell’arte contemporanea, pensato come laboratorio in cui mettere alla prova gli artisti, liberi di muoversi tra innumerevoli tematiche: il potere e l’informazione, l’immagine e la rappresentazione del sé, la comunicazione e le sue barriere. Libertà e contaminazione non significano però scarsa organicità o confusione, anzi, si potrebbe sottolineare come il titolo non sia certo casuale: “l’anarchia delle narrazioni”. E l’anarchia – secondo la celebre definizione di Proudhon – è l’ordine senza il potere.

Ciò che più colpisce durante la visita del padiglione è la singolare convergenza che lega numerosi degli interventi presenti. Ci si aspetterebbe infatti che da un’operazione simile – l’unione di artisti diversi e lontani, non solo geograficamente – avesse origine uno scenario in grado di comunicare una positività carica di aspettative verso il futuro; pare invece che lo sguardo degli artisti sia sovente velato da un certo pessimismo, talvolta malinconico, altrove più disincantato. Opere come Absolute Revolution – La isla di Liudmila & Nelson, oppure il cactus simboleggiante Cuba (come ha spiegato Giacomo Zaza) proposto da H. H. Lim con C’est la vie, portano con sé un indubbio carico di ironia nei confronti della condizione cubana, ma non possono certo farci dimenticare le 90 millas, ovvero quel ponte immaginario, realizzato da Sandra Ramos nel cortile del Museo, che divide Cuba dagli Stati Uniti.

Se l’arte allora può “servire” a qualcosa, in questo caso ci induce a prestare attenzione alle vicende cubane; e non è una fatalità che tanti artisti differenti tra loro abbiano prodotto una visione così organica: il messaggio che emerge dalle opere del padiglione non riguarda soltanto Cuba ma descrive, nel modo più autentico, una condizione umana.

Padiglione Repubblica di Cuba
“La Perversión de lo clásico: Anarquía de los relatos” (“La Perversione della classicità: Anarchia delle narrazioni”)
Artisti: Liudmila and Nelson, Magdalena Campos Pons e Neil Leonard, Sandra Ramos, Glenda Leon, Lazaro Saavedra, Tonel, Hermann Nitsch, Gilberto Zorio, Wang Du, H.H. Lim, Pedro Costa, Rui Chafes, Francesca Leone.
Commissario: Miria Vicini.
Curatori: Jorge Fernandez Torres, Giacomo Zaza.
Sede: Museo Archeologico Nazionale di Venezia, Palazzo Reale, Piazza san Marco, 17, Venezia.