Padiglione di Israele – The Workshop
Pare avere il sapore di un viaggio epico, il sotterraneo (e chissà se, poi, realmente immaginario?) tragitto ricostruito da Gilad Ratman (nato ad Haifa nel 1975) che con l’installazione multicanale site-specific The Workshop rappresenta Israele alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia.
The Workshop è l’ideale ricostruzione del percorso compiuto da un gruppo di persone che, dalla città di Israele, scende nel buio delle caverne sottostanti e, nell’oscurità, si muove nel non vano tentativo di raggiungere Venezia.
Il cammino – che dalle viscere della terra porta al padiglione israeliano, all’ingresso del quale è stato scavato un foro circolare (simbolica via d’uscita e punto di congiunzione tra le due città) – sembra essere rischiarato non solo dalle flebili luci delle lampade che campeggiano sui crani dei “pellegrini”, ma – allusivamente – soprattutto dalla certezza dell’esistenza della possibilità di un movimento delle idee (tanto forse ignorato dai più, quanto assolutamente libero) capace di andare oltre i confini nazionali.
Arrivati al padiglione, i viaggiatori lo trasformano in un workshop e – proprio con l’argilla portata da Israele – cominciano a plasmare ognuno il ritratto di se stesso. Inizia allora – durante l’atto della “creazione”, documentata da immagini ed effetti acustici – un narcisistico dialogo tra gli artisti e le opere fatte “a propria immagine e somiglianza”: l’enfatica emissione di incomprensibili suoni gutturali – catturati da microfoni insinuati con forza nella materia plasmata – sembra indicare l’idea di un indispensabile ritorno alla fase prelinguistica, caratteristica prima della comunità umana.
– ISRAELE
_ The Workshop
_ Gilad Ratman
Commissari: Arad Turgeman, Michael Gov. Curatore: Sergio Edelsztein.
_ Sede: Padiglione ai Giardini
Foto a cura di Romina Greggio Copyright © NonSoloCinema.com – Romina Greggio