“Pelo Malo” di Mariana Rondón

Capelli difficili

Torino 31. Concorso
La società dei consumi stritola, uniforma, assoggetta. I problemi poi si amplificano se questa società è fortemente segnata da squilibri sociali e retta da un governo che non riesce ad arginare corruzione, delinquenza, violenza, disoccupazione e tanto altro. Lo Stato dovrebbe essere come una madre che si cura di tutti secondo le necessità di ciascuno. “Marta, la madre rappresentata in questo film – spiega la regista – è una allegoria dello Stato”, ma è una giovane già vedova e disoccupata, incattivita, abbruttita. Una donna che non vede uscita alla sua miseria ed è incapace di autostima, nonché un qualunque moto di orgoglio. Riversa a sua volta tutte le sue le sue frustrazioni e i suoi fallimenti su Junior, il suo bambino di sette anni. “È un tentativo – prosegue – di dare volto e corpo al concetto di rispetto e di mancanza di rispetto.”

Dobbiamo riconoscere che ci pare un tentativo riuscito: questa pellicola dolente e drammatica ma non lenta né noiosa, rappresenta una disperazione senza uscita, qualcosa che si trasmette nelle generazioni..
Junior è ancora nell’età dei giochi, dei sogni, della sincerità. Vive un immenso, squallido e insicuro quartiere – ghetto alla periferia di Caracas. Anche durante le vacanze estive resta lì, gioca a imitare i cantanti della televisione con la compagna di scuola e di giochi, una bambina grassa e brutta che si veste e si atteggia come se fosse una grande diva. Junior invece è un bellissimo bambino mulatto, con lunghi e soffici capelli ricciuti. Ma a lui questo “pelo malo” – capelli brutti, come lui stesso dice – non piace. Vorrebbe avere i capelli lisci per somigliare al suo cantante preferito, per figurare bene nella foto che dovrà fare per l’inizio dell’anno scolastico. Ma questa sua piccola, innocente ambizione, agli occhi della madre, ignorante, superstiziosa e astiosa, viene distorta fino a credere che in lui ci sia una perversione.

Costei è convinta che Junior abbia tendenze gay, cosa che sarebbe sconveniente e anche quanto mai pericolosa in quella società violenta e maschilista. Ma anziché amarlo ancora di più, stargli vicino, ascoltarlo e proporgli eventualmente una nuova figura paterna che gli dia un esempio virile equilibrato – come aveva suggerito un medico avveduto ma un po’ disattento – la sciagurata donna gli diventa praticamente matrigna, lo allontana acida, lo rimprovera per ogni sua azione, ostenta provocatoriamente ogni attenzione per l’altro figlio neonato. Minaccia persino di “venderlo” alla suocera, una donna di colore dagli occhi demoniaci, capricciosa, insanamente affettuosa, che ha preparato per Junior un abito paradossale, tutto pizzi e volant, la recondita intenzione di travestirlo da ambiguo divo della canzone. Arriva addirittura a imporre a Junior inorridito e sgomento, di assistere a un suo rapporto sessuale con un uomo, quello che le aveva promesso di riassumerla nel suo precedente posto di lavoro.
“Ho nonostante tutto compassione anche per questa donna – dice Mariana Rondón – che cerca di fare quello che può con i mezzi che ha”. Se il paragone è con quello che cerca di fare lo Stato per il popolo, è imbarazzante dover riconoscere che viene fatto molto poco e malissimo, creando guasti immensi.

Sappiamo bene che è frustrante cercare lavoro in un mondo di disoccupazione e corruzione – Marta si qualifica come sorvegliante esperta ma le offrono solo rischiosissimi turni di notte – ma le prove cui la società la sottopone sono certo meno dure di quelle che lei impone a Junior, costretto a crescere in freta e a indurirsi il cuore. Alla fine il bambino si arrende e con un atto che rappresenta efficacemente una allegoria del suicidio, si rade completamente i capelli. Dopo di ciò inizia la scuola, ma non canterà né sorriderà più.
Gli attori sono tutti di una bravura straordinaria, compresi i bambini, e tutti debuttanti nel cinema a eccezione di Samantha Castillo (Marta) che è stata attrice di teatro.
Al Torino Film Festival 2013 questa pellicola ha ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura e Samantha Castillo quello per miglior attrice.

PELO MALO
 – CAPELLI DIFFICILI
di Mariana Rondón
Venezuela (2013, 95′)
TORINO 31
INTERPRETI E PERSONAGGI
: Samuel Lange (Junior), Samantha Castillo (Marta)