Lone Scherfig torna in Inghilterra. Ad attenderla questa volta non ci sono storie d’amore alla One Day (2011) o alla An Education (2009), ma una tavola con dieci tigri che lascia allo spettatore il compito di scoprire chi tra loro sia affamata e pronta a mordere.
Quella del Riot Club di Oxford è una vita votata all’eccesso. Fondato per commemorare la vita libertina di Lord Riot, vanta tra i suoi membri rampolli di famiglie illustri che desiderano raggiungere nuove vette nella carriera e nel vizio. Attraverso questo club sono passati i migliori uomini del mondo e adesso, alla cena annuale per rinforzare i legami tra associati, vengono invitati Alistair (Sam Clafin) e Miles (Max Irons).
Un evento inatteso, causato dall’ebbrezza e dai discorsi di Alistair, porterà però il club di fronte ad una scelta, dissolversi in un pubblico scandalo o liberarsi di uno dei suoi membri proteggendo il gruppo e il legame sacro tra associati.
Tratto da una piéce teatrale di Laura Walde (che ha anche curato la trasposizione per il grande schermo), Posh è il figlio britannico di Wall Street (1987), il buco della serratura attraverso cui il pubblico voyeur spia i rituali, i pensieri, le bassezze di un mondo a cui non appartiene ma di cui vorrebbe certo far parte. Rispetto alla rappresentazione teatrale, più statica e composta solo dell’unica scena della cena, la versione cinematografica può essere idealmente divisa in tre parti. Una scelta che nei fatti si rivela infelice causando problemi legati al ritmo narrativo.
L’ultimo lavoro di Scherfing diventa così divagante introducendo i personaggi e rendendoli invidiabili, statico durante la cena e assolutamente banale in quello che dovrebbe essere il climax dell’azione. Il momento in cui il dubbio sulla soluzione da intraprendere si fa più forte, infatti, è un momento senza tensione che scivola via sullo schermo accompagnando per mano lo spettatore verso i titoli di coda piuttosto che inchiodandolo alla poltrona.
Certamente più interessanti appaiono le allusioni simboliche, il piatto della cena che dovrebbe rappresentare l’unione del club ma che finisce invece per alludere alla sua fine, o il motivo cristologico del sacrificio/resurrezione segnato dall’Adeste fideles che chiude il film, ma non sono queste strizzate d’occhio qua e là che salvano la pellicola dalla banalità esecutiva di non riuscire a mettere completamente a fuoco il tema del film, il relativismo morale di fondo che impedisce di stabilre se il comportamento dei personaggi sia solo il frutto di una bravata giovanile o del loro vero modo di pensare, che non permette di distinguere cosa sia il vero bene.
È giusto comportarsi come farebbero loro, vivere la vita al massimo delle proprie possibilità senza rispetto per gli altri, o continuare sulla via di un bene comunemente inteso che agli occhi delle classi sociali più elevate appare però come frutto dell’invidia verso la ricchezza e il potere che non si possiedono?
Titolo originale: Posh
Nazione: Regno Unito
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 106′
Regia: Lone Scherfig
Cast: Natalie Dormer, Sam Claflin, Douglas Booth, Jessica Brown Findlay, Holliday Grainger, Max Irons, Tom Hollander, Olly Alexander, Ben Schnetzer, Sam Reid, Tony Way
Produzione: Blueprint Pictures
Distribuzione: Notorious Pictures
Data di uscita: 25 Settembre 2014 (cinema)