una co-produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione – Associazione Teatro di Roma
Ideazione e regia Claudio Longhi
con Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Olimpia Greco, Lino Guanciale, Diana Manea, Simone Tangolo, Antonio Tintis
spazio scenico Marco Rossi
_ costumi Gianluca Sbicca
_ luci Tommaso Checcucci
_ assistente alla regia Giacomo Pedini
e con la partecipazione di
_ Ratto d’Europa Ensemble dell’Istituto “Vecchi – Tonelli” di Modena e Carpi
_ Associazione Culturale “Schola Cantorum Regina Nivis”
_ Coro e solisti dell’Università di Modena e Reggio Emilia
_ Corale Spilambertese
_ Muppets’ Choir
_ Mutinae Cantores
_ Coro del Progetto Musica delle Scuole Paoli-San Carlo
_ Modena Rugby Club
Modena, 6 maggio 2013
Provate a immaginare una stanza strana. Una stanza con nove giacigli. In uno di questi vi trovate voi: siete lì, addormentati, in preda a un turbine di sogni. Negli altri giacigli altre persone, del tutto sconosciute, come voi stanno sognando… Alcuni sognano di paesi e genti lontane, di miti e antiche leggende. Altri rincorrono le immagini di nuovi mostri, Scilla e Cariddi dei nostri giorni, generati dalla pubblicità, dalla frenesia degli acquisti e anche dalla crisi – sì, proprio quella crisi che di colpo sembra aver liquidato il consumismo, al punto da annichilirne (per sempre? chissà!) il perverso potere allucinatorio… Sognano di spread, di Bond e BTP, di tori che rapiscono fanciulle per fondare mondi nuovi, di guerre combattute per vendetta, avidità, per fede o per speranza, e ognuno di questi agitatissimi sogni ruota attorno a una parola, che torna e ritorna come un’ossessione: Europa.
Provate a immaginare, ora, che qualcosa venga infine a risvegliarvi, non certo per darvi consolazione dagli incubi della notte, ma per affidarvi un compito, da assolvere tutti insieme, voi e gli otto estranei che vi circondano al risveglio: salvarla, l’Europa, dal rischio di estinzione.
Voi nove, sì… Improbabile compagine che superando una delirante serie di erculee fatiche (condite in salsa Jeux sans frontières) sarà costretta a trasformarsi, da brancaleonesca armata, da accozzaglia di mondi e mentalità troppo diversi per immaginarsi uniti (come non di rado è accaduto alle nazioni europee), in una squadra. Una squadra vera, di quelle in cui le differenze tra i giuocatori sono una ricchezza. Insieme dovrete costruire strade, ponti e macchine per viaggiare, arrampicarvi su instabili corde per raggiungere traguardi improbabili, imparare nuove lingue, scommettere tutto su una fatale mano di sasso/carta/forbice che vi valga la salvezza di Atene o la visione della Gerusalemme celeste, compilare bandi di concorso per aggiudicarvi finanziamenti strutturali UE, cucinare ricette balsamiche per l’economia provata del vecchio continente, e alla fine affrontarlo, il “Resto del Mondo”, in una tragicomica disfida decisiva.
E ora provate a immaginare che tutto questo possa accadere per davvero, a teatro. Dal 9 al 19 maggio il palcoscenico del Teatro Storchi si travestirà da crocevia fatale del destino dell’Europa… per finta, si sa! Ma fino a che punto? Il Ratto d’Europa è arrivato, Signore e Signori! E dove finisca la finzione e incominci la realtà potranno dirlo solo gli spettatori presenti in sala.
Uno spettacolo didattico? Un concerto? Una piattaforma culturale interattiva? Un manuale di sopravvivenza in forma teatrale per giovani e vecchi europei? Un’occasione per affrontare i problemi dell’attuale Unione, saggiandone difetti e pregi? Un po’ tutte queste cose assieme, ma soprattutto un’opportunità per interrogarsi radicalmente, oltre le ovvietà della cronaca, su dove sia e cosa sia l’Europa e magari scoprire quante siano le “Europe”.
Alla fine dell’Ottocento, nel pieno declino dell’età dei Grandi Imperi, quando la geopolitica e la governance del continente erano molto diverse rispetto ad ora, alcuni geografi austriaci calcolarono dove situare il centro dell’Europa. Una vecchia lapide asburgica si trova oggi nel punto esatto fissato dalle loro elucubrazioni. Si trova nei pressi di Rachiv, un piccolo paese sulle sponde del fiume Tibisco, nel massiccio dei Carpazi… In Ucraina, ovvero al di là della frontiera UE, a poche centinaia di metri dal confine rumeno. Una beffa? O un avvertimento profetico per gli “Stati locomotiva” dell’Unione, tutti orgogliosamente “occidentali”? Europa – fanciulla asiatica rapita per dare vita alla civiltà delle “terre del tramonto”, alle terre naturalmente vocate a protendersi di slancio nel progresso, sfidare i limiti, vincere la morte, conquistare (o colonizzare) il futuro – si vendica forse oggi dell’offesa che Zeus le fece strappandola alle sue radici… Ricordandoci che il suo cuore nasce in Oriente, e che solo volgendosi con rispetto al passato è possibile volare verso il futuro.
Il Ratto
Info e contatti
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_ Ingresso euro 25 / 10,50
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