“Présumé Coupable” di Vincent Garenq

Colpevoli fino a prova contraria

Vincent Garenq ripropone nel suo docudrama lo scandaloso caso di malgiustizia avvenuto in Francia e conclusosi definitivamente solo nel 2005 in cui più di una dozzina di persone è stata accusata erroneamente di mostruosi atti di pedofilia.

Nel 2001, nel cuore della notte, l’ufficiale giudiziario Alain Manécaux viene svegliato dalle urla insistenti dei poliziotti che circondano casa sua. Vengono svegliati i suoi tre figli e lui e la moglie vengono separati con un’accusa infamante e orribile: sono accusati di aver partecipato ad atti di pedofilia assieme ad altre sedici persone.

L’assoluta negazione del fatto da parte di Alain e la mancanza di prove all’interno della casa (ad eccezione di una rivista pornografica, che pure non dimostra nulla) non bastano ad evitargli un trattamento brutale da parte dei poliziotti, che lo portano in questura impedendogli di chiamare un avvocato; lì viene interrogato per ore, con un polso ammanettato al pavimento, per fargli confessare ciò che lui si rifiuta di ammettere.

Ovvero la sua colpevolezza. Inizia così per Alain, e per le altre sedici persone, un’agonia di quattro anni che lo porterà a perdere il lavoro, la casa, i suoi figli e il matrimonio e lo spingerà al suicidio per ben tre volte.

Vincent Garenq racconta nel suo docudrama quello che è stato definito l’affaire Outreau, un clamoroso caso di errore giudiziario avvenuto in Francia e conclusosi solo nel 2005 con l’assoluzione di tutti gli imputati. Rileggendo gli articoli che ne hanno parlato si trovano tutti i dati “tecnici”, per così dire: i nomi delle due coppie che hanno fatto partire il processo, ammettendo la loro colpevolezza (loro per primi abusavano dei figli) ma citando anche una «barbara rete pedofila» di cui Alain avrebbe fatto parte; il nome del giovane magistrato che, pur senza prove di fatto se non l’accusa di uno dei bambini, ha condannato Alain a più di 20 mesi di carcere preventivo; tutti i nomi degli imputati, da Karine Duchochois, madre di 26 anni, a Dominique Wiel, prete operaio di 67 anni, le cui vite non sono state più le stesse dopo l’orrore di cui sono stati accusati.

Garenq racconta il dramma di uno solo di questi imputati, portando alla luce, con una regia fatta di dissolvenze e primi piani, sentimenti e angosce che un asettico articolo di giornale non può riuscire ad esprimere. La presunta innocenza fino a prova contraria, che dovrebbe essere il punto di partenza di ogni processo, viene qui stravolta in presunta colpevolezza (paradossalmente è quello che fa anche il titolo inglese, che traduce Présumé Coupable in Guilty) e la fantastica interpretazione di Philippe Torreton rende appieno la rabbia, il senso di impotenza e infine la rassegnata disperazione che Alain (dal cui romanzo è stato tratto il film e che ha collaborato alla sceneggiatura) ha provato nel vedersi accusato da persone mai viste di crimini mostruosi che non ha commesso in una vicenda che si potrebbe definire kafkiana, se il termine non desse dignità letteraria a fatti che dignità non hanno.

Titolo originale: Présumé Coupable
Basato sul libro “Chronique de mon erreur judiciaire” di Alain Marécaux
Nazione: Francia
Anno: 2011
Genere: Documentario/Drammatico
Durata: 101’
Regia: Vincent Garenq
Cast: Philippe Torreton, WladimirYordanoff, Noémie Lvovsky, Raphael Ferret, Michéle Goddet, Farida Ouchani, Olivier Claverie
Produzione: Christophe Rossignon e Philip Boeffard
Data di uscita: Venezia 2011