QUATTRO CHIACCHIERE SULLA PITTURA DELL’OTTOCENTO VENETO

Intervista a Nico Stringa

Durante la vernice per la stampa della mostra Ottocento veneto, il trionfo del colore, si è presentata l’occasione di poter fare qualche domanda ad uno dei due curatori della mostra, il prof. Nico Stringa.

Nico Stringa, professore associato di storia dell’arte contemporanea all’università Cà Foscari di Venezia, si sta occupando da qualche anno della rivalutazione della pittura veneta dell’800. Questa mostra sembra essere la culminazione naturale di un lavoro iniziato a partire dal 1991, come ha sottolineato il Presidente della Regione Giancarlo Galan durante l’inaugurazione della mostra. Dal 1991, infatti, la Regione ha voluto una collana di testi, editi dalla Electa, dedicata alla pittura nel Veneto dalle origini fino alla contemporaneità. Nico Stringa e Giuseppe Pavanello, hanno fornito alcuni saggi pubblicati nei due tomi dedicati alla pittura nell’Ottocento .
L’incontro con Nico Stringa è avvenuto nella grande sala dedicata alla pittura di Nono e Favretto e la prima domanda che mi è parso opportuno porgli riguardava la difficoltà nel reperire i quadri .

Intervistatore : Professore, ho visto che ben 57 quadri su 108 provengono da collezioni private. E’ stato difficile riuscire a reperirli ?
Stringa: Dipende dal collezionista, alcuni hanno detto di si subito, altri non ne hanno voluto sapere di prestarci i quadri. Il proprietario del piccolo capolavoro I miei cari di Favretto ci ha detto subito di si, poi di no, ma alla fine si è convinto. Al contrario la proprietaria di Aspettando gli sposi si è subito dimostrata ben disposta a prestarci il quadro. Sa, quando si espone un quadro bisogna farlo fotografare, verificarne lo stato, eventualmente restaurarlo e non tutti i privati sono disposti a seguire questo iter. Anche alcuni musei civici non ci hanno dato i quadri che hanno nei depositi, ma per questioni burocratiche. Il Museo Civico di Milano, per esempio, ha detto che dovevamo fare la richiesta almeno due anni prima.
I : Ho visto che i quadri sono tutti in ottimo stato, ci sono stati restauri fatti in occasione di questa esposizione ?
S: Certamente. Circa una ventina di quadri sono stati restaurati dalla Fondazione Cassamarca, alcuni richiedevano un restauro conservativo, altri solo un restauro delle cornici. Quando si fanno mostre di questo genere è necessario che i dipinti siano in buono stato. Comunque oltre ai quadri restaurati ce ne sono altri che vengono esposti per la prima volta . E’il caso del ritratto della bambina con il fiocco rossi di Favretto ( Il ritratto di Laura Gamberini n.d.r) che non viene esposto dal 1888 o di Pax di Stella che non è visibile dal 1887 .
I: Ho visto che ci sono ben 6 quadri del tutto inediti, mentre la maggior parte non viene esposta da moltissimi anni, alcuni dall’Ottocento .
S: Si, alcuni sono stati esposti tra l’800 e il ‘900 e poi sono finiti in collezioni private o nei depositi. Altri mancano dalle mostre dagli anni ’60 ( del 900 n.d.r.).Sa, fino agli anni ’60 c’era ancora qualcuno che si ricordava bene di questi autori veneti, ora i giovani, se non vengono spinti da interessi culturali, non conoscono questi autori. Ed’è un peccato .
I : Ma questa assenza dalle mostre è anche un’assenza sul mercato ?
S: No, anzi. Se si guardano i risultati delle aste, si vede che quadri di autori veneziani vengono battuti per delle cifre abbastanza interessanti, soprattutto all’estero. Certo, non ci sono capolavori come questi esposti, ma qualche opera interessante ogni tanto salta fuori. Internet è un grande aiuto in questo senso perchè permette di conoscere subito le vendite.
I : Gli autori veneti sono veramente moltissimi, con quale criterio ha scelto quali portare qui ?
S : Abbiamo cercato di evidenziare un percorso che mostrasse l’evoluzione della scuola veneta dal romanticismo al verismo ed è per questo che alcuni autori sono stati esclusi. Per esempio Natale Schiavoni sarebbe stato troppo fuorviante, e non è presente . Tuttavia nei saggi del catalogo abbiamo cercato di presentare anche quegli autori che non sono esposti.
I: A proposito di verismo, come mai non c’è nulla di Zandomeneghi ?
S: Non c’è nulla perchè i quadri che ci sarebbero interessati sono esposti nella grande personale a Castiglioncello (la recensione è visibile sul sito n.d.r.) e non è stato possibile ottenerne nemmeno uno. Comunque per Zandomeneghi bisogna fare un discorso a parte perchè lui si forma lì, in Toscana con i Macchiaioli e per questo la sua tecnica è diversa da quella di Favretto o Nono che crescono solo in ambiente Veneto .
I:Capisco.
S: Poi , non so se ha visto, la mostra presenta anche delle piccole monografie dedicate a Favretto (presente con 17 dipinti n.d.r ), Nono ( 13 dipinti n.d.r ) e Ciardi ( 9 dipinti n.d.r. ).E’ un’operazione che non si fa da più di vent’anni, almeno a Venezia. L’ultima mostra monografica su Favretto è del 1949. Troppo tempo. Qui abbiamo cercato di sviluppare dei piccoli percorsi critici che mostrino l’evoluzione dei singoli pittori.
I: Speriamo che questa mostra sia un segnale per la nascita di una nuova sensibilità verso la pittura veneta dell’800.
S: Speriamo .

OTTOCENTO VENETO: IL TRIONFO DEL COLORE –
Treviso, Ca dei Carraresi – Via Palestro 33
http://www.800veneto.it
dal 15 Ottobre 2004 al 27 febbraio 2005