Fuori Concorso
Un gruppo di persone molto diverse tra di loro si ritrovano a condividere la tragedia dell’11 settembre. Fuori concorso alla 63ma edizione del Festival di Venezia.
Il regista argentino Santiago Amigorena, dopo aver lavorato alle sceneggiature di diversi film, esordisce alla regia con una pellicola che ha sullo sfondo i fatti tragici dell’11 settembre. Grazie ad un intrigo che si svolge tra Venezia e Parigi, il cineasta organizza un vero e proprio conto alla rovescia che ci schiaccia, inesorabilmente, contro gli attentati delle Torri Gemelle. Potremmo definirla una spy-tragedy dove l’identità dei vari personaggi viene svelata in maniera lenta e articolata. La scelta di arrivare a questo terribile fatto di cronaca attraverso una “storia privata” è apprezzabile ma rappresenta, nello stesso tempo, il principale tallone d’Achille. L’evoluzione della trama solo in rari momenti riesce ad amalgamare il pubblico con gli affari personali rendendo le soluzioni narrative poco credibili e confuse.
L’idea di debuttare alla regia nasce da un insieme di desideri sopiti. “Ciò che volevo fare – dice Amigorena – era realizzare un progetto dove avrei potuto sintetizzare le mille idee di messa in scena che si sono accumulate nel mio spirito durante questi ultimi venti anni. Durante questo periodo ho scelto di immaginare pellicole senza mai tradurle in immagini”. E’ nel lavoro della sceneggiatura che Amigorena trova il suo equilibrio. Si riconosce facilmente il “know-how” dello scrittore cinematografico che, nonostante una tecnica di realizzazione ed un’immagine perfettamente controllate, sembra puntare sia verso una cura dell’analisi che dei dialoghi tra i vari personaggi. Risulta centrale una riflessione-scontro tra Orlando, la ragazza francese (Sara Forestier) e David l’americano (Tom Riley), sull’egemonia degli Stati Uniti ed il divenire del mondo. Distanti anni luce da una denuncia alla Michael Moore, l’acceso dialogo tra i due giovani risulta essere non tanto il pensiero del regista quanto un timido tentativo di mischiare alla rinfusa pensieri e impressioni “comuni” sugli effetti dell’Undici settembre assorbiti nel corso degli ultimi cinque anni.
Riconoscendo ad Amigorena, inoltre, il merito di aver combinato, in modo poetico, il piacere al tormento, non riusciamo a trovare una sufficiente organicità tra una prima parte della storia (forse troppo dilatata) ed una seconda in cui si respira una innocente fretta di chiudere la storia sciogliendo, banalmente, i diversi intrecci e sottotrame. Quelques jours en septembre pecca soprattutto di mancanza di dinamismo. Sfuggendo dai canoni della classica spy-story, la trama è completamente priva di scontri, complotti o inseguimenti. Lo spettatore assiste, un po’ incredulo, a registrazioni telefoniche che assomigliano più ad uno scherzo oppure segue i tre personaggi principali nelle viuzze della città immortale con un fare quasi spavaldo, privo di paura e tormento. Curioso il ruolo ricoperto da Turturro. Personificato con brio e autocontrollo, William Pound rappresenta un nuovo tipo di spia passata dalla parte oscura ma nello stesso tempo torturata da crisi esistenziali. Un poeta mancato che non che esita a declamare i versi di William Blake prima di commettere i suoi crimini.
Titolo originale: Quelques jours en septembre
Nazione: Francia, Italia, Portogallo
Anno: 2006
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Santiago Amigorena
Cast: Juliette Binoche, John Turturro, Nick Nolte, Sara Forestier, Tom Riley, Mathieu Demy, Saïd Amadis
Produzione: Mars Films, Madragoa Filmes, Canal+, France 2 Cinéma, Gémini Films, Les Films du Rat
Data di uscita: Venezia 2006