“Questa è Guerra!”. Cento anni di conflitti messi a fuoco dalla fotografia

Da Gabriele Basilico a Robert Capa a Padova

La mostra racconta un secolo di guerre attraverso oltre 300 immagini, selezionate da Walter Guadagnini, tra le più emblematiche dei diversi conflitti. La rassegna non abbraccia tutte le guerre del secolo passato e di questo primo decennio ma esalta il rapporto tra le immagini fotografiche e le guerre raccontate in modi diversi, focalizzando uomini colmi di retorica o disumane umiliazioni, affiancati a menomati territori. Le immagini hanno il loro linguaggio che da un folgorante silenzio proiettano sensazioni di commozione, di commiserazione, di pietà, di ripulsa per l’odio e le devastanti conseguenze che una guerra porta nel suo seno.

Si inizia con la prima Guerra Mondiale, proseguendo con quella civile spagnola, poi la Seconda Mondiale, la guerra di Algeria, del Vietnam, la Serbo-Bosniaca, il lungo conflitto medio orientale, i conflitti in diverse parti dell’Africa, l’attacco alle torri gemelle e la conseguente guerra del terrore e i più recenti focolai in Ucraina e ancora in Medio Oriente.

Dal Museo della terza Armata di Padova abbiamo le foto della prima Guerra mondiale in cui si provano le prime novità tecnologiche : foto aeree, i primi carri armati, le battaglie di aeroplani fragilissimi che squarciano la pace secolare dei cieli, le fotoelettriche, i palloni aereostatici spianti incolumi le trincee avversarie, i lanciafiamme, i proiettori che ci raccontano con algide crudezze le vedute aeree degli insaguinati Pasubio e Monte Grappa.
Importanti per un volto diverso della prima guerra le foto della principessa Anna Maria Borghese indaganti la vita quotidiana dei fanti e crocerossine.

La guerra civile spagnola ci è tramandata da miliziani di entrambe le fazioni e da grandi fotoreport. Qui non possono mancare il leggendario Robert Capa e la sua compagna Gerda Toro.
Foto di amatori si confrontano con crudezza e pietas non solo in Spagna ma soprattutto – e via via più tecnicizzate – negli altri campi di battaglia, facendo risaltare le disumanità più crude, impensabili nella quiete magica dei tempi della “belle époque”: monito per le generazioni future.
Le distruzioni della guerra sono esemplificate dagli scatti realizzati a Dresda e Hiroshina dopo i bombardamenti e da una parte di funghi atomici, prove fotografiche degli esperimenti continuati nel corso degli anni cinquanta. Qui é doveroso rimarcare il mancato commento delle atroci conseguenze di questi esperimenti: la morte di centinaia di soldati americani fulminati dalle radiazioni.
E’ presente comunque la denuncia del fotografo Marc Garanger sulla situazione delle donne berbere e mussulmane costrette a mostrare il proprio volto di disarmante intensità e di isolamento.

Di particolare interesse le immagini di fotografi che si spingono verso linguaggi sofisticati, enigmatici e ambigui come la Beirut di Gabriele Basilico con le ferite crudeli e ancora aperte echeggianti scoppi e proiettili. Taysir Batniji propone foto sculture delle torri di controllo israeliane, per non parlare di quelle poliziesche di Gilles Terress che ci trasmette le fosse ripugnati dei dintorni di Srebrenica. Che dire di Mishka Henner che dalla propria scrivania, aiutandosi con il suo computer, scarica immagini provenienti dai satelliti americani che controllano i territori caldi delle guerre che prolificano con insania ferocia. Fanno riflettere le foto di Boris Mikhailov sulla tormenta Ucraina.

Non mancano alcune foto della resistenza italiana. Poche esaltanti immagini di partigiani in lotta tra le difficoltà della neve. Una però attrae su tutte : quella raffigurante una giovane combattente armata, infagottata da vestiti invernali che esprime orgoglio e serenità. Immagine molto popolare che gli alleati utilizzarono a scopo propagantistico. La giornalista dell’Unità, Emanuela Risari, è riuscita a scoprire il nome dell’innominata: è Prosperina Vallet, nome di battaglia “Lisetta” nata il 14 aprile 1911 ad Aymavilles, partigiana della formazione autonoma Veltrosan. La foto fu scattata tra il 2 e il sei novembre 1944 mentre Prosperina, con il marito Rino Mion, “Fulmine”, cercava di scavalcare le Alpi e raggiungere La Francia.

Data Inizio: 28 febbraio 2015
Data Fine: 31 maggio 2015
Costo del biglietto: 11,00 €; Riduzioni: 9,00 € – scuole: 2,00 €
Prenotazione: Facoltativa; Telefono prenotazioni: 0425 460093
Luogo: Padova, palazzo del Monte di Pietà
Orario: Feriale 9.00-19.00 Sabato e festivi 9.00-20.00 Chiuso i lunedì non festivi
Telefono: 0425 460093
E-mail: mostre@fondazionecariparo.it
Sito web: http://www.questaeguerra.it