“Questa è una parentesi: )” de Il Moro e il Quasi Biondo
La musica elettronica, in particolare quella minimale, soffre spesso di pericolose derive che la rendono simile ad una carta da parati sonora: da punta di diamante delle serate più in ad oggetto di arredamento dei locali in cui viene suonata, l’elettronica “leggera” (contrapposta a quella “pesante”, martellante, sincopata, che provoca turbamenti e moti inconsulti del corpo) spesso vira verso l’incolore, squalificandosi (letteralmente: privandosi di qualità) da sé.
Il Moro e il Quasi Biondo, che nonostante il nome sono in tre (Lorenzo Commisso, Roberto D’Agostin e Mario Ruggiero), provano con Questa è una parentesi: ), il loro esordio domestico ma non troppo (“Suonato e registrato in casa nel 2007”), a definire un nuovo assetto, più sostanzioso pur senza essere cerebrale.
Affrontando con Questa è una parentesi: ) la colonna sonora di un film mai girato (un espediente quasi letterario, al pari dei falsi ritrovamenti di manoscritti: non una menzogna, ma una vera e propria dichiarazione d’intenti; intenti estetici, naturalmente, Il Moro e il Quasi Biondo optano innanzitutto per una inusitata ricchezza di suoni. Da veri musicisti “concreti”, volutamente ignari del confine che separa il rumore dal suono armonico, i tre estraggono essenza sonora da tutto ciò che li circonda. Citiamo a campione: sedie, coltelli, internet, TV, telefoni, videogames… Commisso, D’Agostin e Ruggiero raccolgono briciole, frammenti, spunti. Ci suonano sopra con strumenti veri, compattando il tessuto sonoro, scaldando le tracce, dialogando col ritmo. L’amalgama finale funziona particolarmente bene: sempre suadente, pieno, discreto ma deciso. Ciò che stupisce di Questa è una parentesi: ) è la forte personalità dell’album, lontana anni luce dalla tappezzeria sonora di cui sopra. Il risultato finale non è un patchwork né una sfilata di duchampiani ready made(s): è un mosaico, un’opera costituita da tessere minuscole, precise, affilate ed ordinate, che si lascia “guardare” da vicino e cogliere nel dettaglio, così come da distante, restituendo un affascinante quadro d’insieme.
Il mondo paracinematografico di Parentesi si apre con le chitarre su ritmiche downtempo di Rime, mentre la successiva Carillon sfoggia un’impronta vagamente jamesbondiana, ma trattenuta ed in perenne attesa. Pare di sentire i Matmos in Dita, se non fosse che i Matmos hanno perso da tempo la grinta e l’ironia di cui invece Il Moro e il Quasi Biondo sono capacissimi. In Ptl ancora le chitarre (vere) accompagnano suoni organici, caldi, appiccicosi; De Niro costruisce paesaggi limpidi e tranquilli, eppure sostenuti da una base trascinante, con un’imprevedibile eco blues; dalla luce all’ombra, il mistero che si sviluppa sul finale di Pat avvolge il brano con un alone cupo di suoni bassi e minacciosi, che quasi lo disfa, lo disgrega. Ma è nell’ipnotica Fanale (chiamiamo i brani con i nomi che si trovano all’interno della confezione, non con le loro definizioni a mo’ di cruciverba che campeggiano all’esterno del bel packaging) che Questa è una parentesi: ) dà il meglio di sé: costellata di suoni pulviscolari, tenuti assieme da un collante sonico perturbante, cresce come un pezzo rumoristico, accoglie scricchiolii, voci e crepitii e d’improvviso si trasforma, illuminandosi, in un delizioso cocktail electro che pure ospita i dialoghi italiani de Il posto delle fragole (“Quando penso alla vita ho un senso di nausea”, ecc…) che ne screziano l’andamento accattivante, apparentemente compiaciuto.
C’è il ruggito del leone della MGM in apertura di CD, eppure questo disco non morde: paradossalmente, nella quasi totale assenza di parole che lo contraddistingue, l’esordio de Il Moro e il Quasi Biondo parla. Parla di un modo di intendere la musica, il cinema, il suono, gli oggetti, l’atmosfera, le immagini, il ritmo (insomma, il mondo) decisamente non comune: è un disco che valorizza e rende prezioso, insostituibile, ogni frammento di cui è composto. Senza sprechi, ma senza farsi mancare nulla, Questa è una parentesi: ) lavora ed è lavorato tanto con il cuore quanto con la testa. “C’è la vita dentro”, recita una pubblicità. Ce n’è molta anche qui, ed è davvero una bella vita.
Il Moro e il Quasi Biondo
Questa è una parentesi: )
Matteite / Venus (www.matteite.com)
2008
1.Rime
2.Carillon
3.Dita
4.Cactus
5.Marilyn Monroe
6.Ptl
7.Ora
8.Luna
9.Pat
10.De Niro
11.Borborigmo
12.Fanale
13.Cicale