Silvio Orlando, dopo essersi misurato con le farse di Peppino De Filippo e con l’Eduardo degli anni del Kursaal, interpreta magistralmente il protagonista di questa commedia esilarante e amara che Eduardo scrisse nel 1946.
Pasquale Lojacono (Silvio Orlando nel ruolo che fu di Eduardo De Filippo) e la giovane moglie Maria vanno ad abitare in un grande appartamento in un palazzo secentesco di Napoli. Attorno a questo grandissimo appartamento, composto da 18 stanze e 68 balconi, girano voci di presunti fantasmi e spiriti che infesterebbero la casa. La leggenda vuole, infatti, che un cavaliere del seicento abbia murato vivi in una di quelle stanze sua moglie assieme al suo amante. Il proprietario dell’appartamento, non riuscendo ormai da diversi anni ad affittarlo, ha deciso di darlo gratuitamente al signor Lojacono affinché questi possa sfatare agli occhi della gente le dicerie sull’esistenza dei fantasmi. Dopo aver conosciuto Raffaele (Tonino Taiuti), il portiere del palazzo, che sfrutta la presunta esistenza dei fantasmi per rubare qualunque cosa, e il professor Sant’Anna, suo dirimpettaio con il quale scambia regolarmente due chiacchiere al balcone (straordinaria la celebre descrizione del rito del caffé), in Pasquale inizia ad insinuarsi il dubbio della reale esistenza degli spiriti nella casa. Pasquale, suggestionato dalla situazione, nel momento in cui si imbatte in Alfredo, il giovane e ricco amante della moglie, finisce infatti per scambiarlo per un fantasma. Da questo momento Alfredo riempie l’appartamento dei Lojacono di regali e di soldi e Pasquale senza porsi troppe domande si convince di essere stato preso in simpatia da un fantasma generoso. Ma è davvero così? O piuttosto egli preferisce illudersi invece di accettare i fatti per quello che sono?
E’ un personaggio ambiguo e pirandelliano quello di Pasquale Lojacono, uomo squattrinato che spera di ritrovare con la moglie la tenerezza e l’entusiasmo dei primi tempi, offrendole agio e benessere, e che vede nel denaro proprio lo strumento per non far svanire l’amore tra lui e la moglie. Eroe ed antieroe al tempo stesso. Il suo è un personaggio moderno e contraddittorio, una creatura a più dimensioni. Innamorato o cinico? Uomo innocente che crede davvero ai fantasmi o approfittatore che chiude gli occhi di fronte alla generosità dell’amante della moglie? Pasquale Lojacono è l’uno e l’altro contemporaneamente e allo spettatore non è dato giungere ad una riposta certa neppure dopo il dialogo tra Pasquale e la moglie, quando questa, esasperata dalla situazione, affronta il marito per fargli confessare di sfruttare adulterio ma si sente solo ribattere la convinzione dell’uomo dell’esistenza di un fantasma benevolo. In questa commedia dolce-amara, le cose non sembrano quel che sono; nel gioco imprevedibile e complesso dei sentimenti, nell’alternarsi di luce e d’ombra, di farsa e tragedia, i fatti messi in scena non risolvono i dubbi che lo spettatore si pone in relazione al carattere e alle reali intenzioni dei personaggi.
Progressivamente ai toni comici subentrano i drammi familiari. L’opera di Eduardo De Filippo, in scena per la prima volta il 7 gennaio del 1946 al Teatro Eliseo di Roma, è un affresco grottesco sulle miserie umane, che ci fa ridere e commuovere allo stesso tempo; le occasioni di farsa presenti non devono trarre in inganno: «i fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi» dichiara Pasquale Lojacono alla fine del secondo atto. E lo stesso Eduardo De Filippo disse, in un’intervista rilasciata nel 1983 al Corriere della Sera: «i fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili».
Questi fantasmi!
Mestre, Teatro Toniolo
dal 29 Novembre 2006 al 3 Dicembre 2006 ore 21:00
di Eduardo De Filippo
con Silvio Orlando, Tonino Taiuti, C. Di Maio, M. Lovoi, D. Marazita, F. Procopio, L. Radice, M. L. Rondanini, A. Sbarbaro
scene e costumi Bruno Buonincontri
musiche Pasquale Scialò
regia Armando Pugliese
in coproduzione con Nuovo Teatro