Dopo nove anni di assenza tornano sulle scene i Casino Royale, che sotto mentite spoglie hanno animato negli anni del silenzio diversi progetti paralleli, tra i quali almeno uno pregevole, Royalize, collettivo di impronta drum’n’bass, firmatario di un disco travolgente (RYLZ) e tramontato poi con la stessa velocità con cui è scemato l’interesse generale per la musica jungle, originale nelle premesse, ripetitiva e tediosa nei risultati.
Prima di questo nuovo disco, la storia “ufficiale” dei Casino Royale si era arrestata a CRX, mirabolante album sospeso tra il soul e l’hip-hop, che si snodava tra rime ad orologeria e melodie suadenti. Erano i tempi del trip-hop, delle influenze londinesi, del ritorno ai dischi fatti in casa, e infatti CRX fu inciso fra miniappartamenti e stanze d’albergo nella capitale Inglese usando due piatti, un basso, un campionatore e poco più. Ad ascoltarlo oggi, CRX è un disco ruvido, quasi claustrofobico, esemplare, profetico: una delle vette della musica indipendente italiana, che ricicla tutto e sa farlo suonare come una grande novità. La ‘X’ di CRX celebrava i dieci anni di attività della band che, con leggero anticipo, inserisce in copertina del nuovo album Reale una doppia ‘X’, per sigillare, dopo il coma profondo, i vent’anni di vita.
Londra è rimasta nel cuore dei Casino Royale, che la ritrovano nella persona del produttore e tecnico del suono Howie B, musicista di spropositata statura, autore di album sincretici, abituato a regalarci capolavori che vanno dal dub (Music for babies) al funk (Turn the dark off, Folk) ai micro-beats (Snatch). Non solo: Howie B è il produttore rinnegato che ha reso grande l’album più problematico degli U2, Pop (da riascoltare oggi: è ancora avanti di vent’anni…); che ha sporcato e irrobustito il suono di Bjork (Post); che ha avviluppato i Les Negresses Vertes in una melassa electro tra l’ipnotico e il miracoloso (Trabendo); che ha dato caratura internazionale alla nostra Elisa (Asile’s world). A portare i Casino Royale verso Howie B è stata una sorta di evoluzione naturale: il più eclettico ed introspettivo dei produttori, fautore di un suono che mischia il basso profondo all’elettronica più vischiosa, sembrava l’unico in grado di creare le atmosfere sonore necessarie ad un gruppo che aveva intenzione di fare “non un disco di cose nuove, ma un disco nuovo di cose vecchie”.
Registrato a Milano e mixato proprio a Londra, Reale dimostra se non altro che i Casino Royale sanno funzionare anche senza Giuliano Palma, alla cui fuoriuscita era stata finora attribuita l’impasse creativa del gruppo. Silurato un vocalist se ne fa un altro, o meglio si affidano all’Alioscia dall’improbabile pronuncia anche le parti cantate, che il nostro, impegnato a non steccare, rende senza troppo feeling.
Nello strabismo programmatico del disco (che recupera il passato per seminare il futuro), qualcosa non funziona del tutto (Plastico mistico), qualcosa sembra affiorare da vecchi dischi soul (Protect me), qualcosa di tremendamente magnetico c’è (Royale’Sound) ma va cercato col lanternino. Howie B dissemina l’album di suoni straordinari (ascoltare Easy tranquillo per credere), tutti giocati sulle tonalità più cupe e squarciati all’improvviso da lampi, aperture, rarefazioni, ma all’ennesimo ascolto nulla, se non qualche frammento di melodia, è in grado di ritagliarsi uno spazio nella memoria o nel cuore. Reale è un disco completamente privo di emotività: cosa bizzarra, se non inspiegabile, in un album creato per rompere il silenzio, riallacciare il rapporto col pubblico, e celebrare un degnissimo ventennale. I tempi di Ora solo io ora sono ormai lontani.
La somma degli elementi, tutti interessanti se presi singolarmente (la band al suo ritorno, il produttore giusto, l’attualità di un certo suono, il momento positivo per il mercato delle indipendenti) soccombe di fronte alla mancanza di idee compositive vincenti, che sfocia nell’appiattimento generale dell’album. Che suona bene, è compatto, probabilmente piacerà ai neofiti. Ma che non riesce a scatenare il leggendario “casino” Royale.
Tracklist:
” Tutto ”
” Easy Tranquillo ”
” Prova ”
” In My Soul Kingdom ”
” Plastico Mistico ”
” Protect Me ”
” Royale’ Sound ”
” Milano Double Standard ”
” Quello Che Ti Do ”
” È Già Domani “