Rec2 comincia dove terminava il precedente Rec. Nel condominio in quarantena questa volta entra un gruppo di soldati, dotati di videocamere per riprendere quello che accade tra i corridoi e le scale del palazzo. Il funzionario che è con loro si rivelerà essere un prete esorcista.
Anche Balagueró, giunto al suo sesto film, non si sottrae alla legge del sequel, dando un seguito alla vicenda di [Rec] (che già vantava un remake americano, Quarantena). Se la narrazione seriale è una dimensione centrale del cinema odierno, l’horror è il genere che più di tutti la pratica: il suo pubblico vuole i sequel e le storie che racconta li consentono.
Come il prototipo, [Rec]2 si basa su lunghi e concitati piani sequenza in soggettiva. Questa volta però la camera non è quella della troupe di Reality tv, ma è quella – anzi quelle – dei soldati (poi ne entreranno in scena altre, che cambieranno anche di mano). Non sono più immagini rubate da una televisione ficcanaso, ma riprese autorizzate, che servono per la documentazione ufficiale. Se [Rec] metteva alla berlina la spettacolarizzazione della realtà da parte di questo tipo di televisione (l’intervistatrice che si metteva in posa, i feriti ansiosi di apparire davanti alla camera), in [Rec]2, date le premesse, ci si poteva attendere una riflessione sulla macchina da presa come testimone della realtà. Quando il prete intima al cameraman di limitarsi a registrare senza fare troppe domande, sembra per l’appunto che il film voglia avviarsi verso la messa in questione del mito e dell’ideologia della macchina da presa come testimone oggettivo della realtà (per evidenziare come sia piuttosto subordinata agli interessi di chi la controlla) ma poi questo tipo di riflessione viene lasciata cadere. Lungi dal problematizzare l’occhio della camera, il film finisce per attribuirle addirittura poteri sovrannaturali (con la ripresa notturna coglie una realtà che sfugge ai sensi) – il che, peraltro, risulta essere una trovata efficace ai fini della costruzione del plot orrorifico.
Sul piano della riflessione metalinguistica il film non sembra dunque dire granché – se non utilizzare come spunto narrativo certi limiti del mezzo (le riprese che terminano perché si scarica la batteria, ecc.) – ma i suoi piani sequenza meritano certamente di essere ricordati. E, complessivamente, come film dell’orrore funziona bene, per certi versi meglio del primo, dosando suspense, spaventi e – ingrediente irrinunciabile dell’horror contemporaneo – gusto per il raccapricciante (creature deformi, sangue, ecc.). Questa volta si entra subito in medias res, non ci sono prologhi distensivi e leggeri come nel prototipo. E vengono ridotti gli attacchi urlanti tipo “morti viventi” (che nel precedente episodio, dopo un po’ diventavano ripetitivi e rischiavano talvolta di scivolare nell’autoparodia). Viene invece sviluppata la parte paranormale, tipo L’esorcista, che nel precedente compariva solo nel finale, ponendo dunque il tema religioso al centro.
In conclusione, avvertiamo le persone sensibili (ne esistono ancora?): meglio astenersi.
Titolo originale: [Rec]2
Nazione: Spagna
Anno: 2009
Genere: Horror
Durata: 85’
Regia: Jaume Balagueró e Paco Plaza
Cast: Manuela Velasco, Javier Botet, Nico Baixas, Jonathan Mellor, Oscar Sánchez Zafra, Ariel Casa, Alejandro Casaseca, Pep Molian, Andrea Ros, Alex Batllori, Pau Poch, Juli Fàbregas, Carlos Olalla
Produzione: Filmax
Distribuzione: Mediafilm
Data di uscita: 5 gennaio 2010 (cinema)