Panorama
Lucia e Giovanni, una coppia di precari felici, lei montatrice, lui attore, un figlio nato dal loro amore, “tutta la vita davanti”… I due accettano di diventare oggetto di un documentario sul precariato artistico; le cineprese di Eros e Giorgio li seguono notte e giorno pronte a testimoniare la paradossale vita dell’artista precario.
La cinepresa è lì quando Giovanni decide di essere infelice e conseguentemente di mollare baracca e burattini, moglie e figlio piccolo. Non è pronto per vedere la sua giovane vita di bell’attore impantanarsi e inquadrarsi nella vita famigliare.
La cinepresa si sdoppia, quindi, per seguire le vite, le isterie, i nuovi amori, le sfuriate, le litigate della coppia scoppiata.
La cinepresa è lì le innumerevoli volte che Giovanni si fa prendere dalla passione con la nuova, bella compagna (Valentina Lodovini); e quando i due, impegnati in effusioni acrobatiche, decidono di deliziare il fausto cameraman con performance amorose d’alto profilo.
La cinepresa è lì quando Lucia si sveglia, quando Lucia va a letto, quando Lucia è in bagno, quando Lucia è al lavoro, quando Lucia è in discoteca.
La cinepresa è lì quando Eros, il cineasta, colto improvvisamente da una sindrome di Stoccolma rovesciata, scopre di essere innamorato della donna che da mesi riprende.
Grazie a questo film la giovane regista Anna Negri ha avuto l’occasione di partecipare allo scorso Sundance Film Festival, la mecca del cinema indipendente fondata da Robert Redford, dove si rumoreggia la pellicola sia stata notata da Brad Pitt nell’ottica di un possibile futuro remake americano. Di buono, in questo film, c’è sicuramente una forte volontà di indipendenza e un coraggio notevole nell’affidare dei ruoli così impegnativi ad attori alla loro prima esperienza nei panni di protagonisti e colonne portanti di un film come la rossa Alba Rohrwacher, e il bel Marco Foschi.
Di meno buono c’è la pretenziosità nel voler mascherare da inellettualistica riflessione sul mezzo audiovisivo il solito drammone isterico sull’amore precario che in Italia va per la maggiore. I personaggi dei due cieasti/cameramen, Giorgio ed Eros, esistono, e sono stati creati, con la sola scusante dell’artificiosa ricerca di un tratto distintivo necessario a connotare uno script altrimenti molto banale. Ne consegue che lo spessore dei due personaggi non può definirsi che risibile, dal momento che risibile è la causa della loro esistenza. Giovanni e Lucia dimostrano profondità maggiore, fino a quando la reiterazione esasperata delle loro reazioni emotive non li trasforma in due clichè deambulanti. I personaggi di contorno esistono ma non si notano, risucchiati come sono dal gorgo della banalità che si palesa una volta che lo stratagemma del film nel film, e tutti i siparietti molto divertenti che ne derivano, inevitabilmente si esaurisce. Rimane una commediola venata di dramma uterino, placcata di “stronzaggine” maschile che lascia un amaro in bocca che rischia di far passare inosservata anche la bella, intelligente, e grottesca riflessione sulla sovraesposizione mediatica, sulla necessità, la volontà e il bisogno di farsi vedere/notare sempre e comunque, e sulla constatazione che, ormai, se un qualcosa non è stato impressionato da una pellicola o registrato su un supporto digitale audiovideo, quella tal cosa difficilmente avrà cittadinanza in questo mondo 2.0.
Titolo originale: Riprendimi
Nazione: Italia
Anno: 2008
Genere: Commedia
Durata: 93′
Regia: Anna Negri
Sito ufficiale: www.riprendimi.it
Cast: Alba Caterina Rohrwacher, Marco Foschi, Leonardo Bono, Damiano Bono, Valentina Lodovini, Alessandro Averone
Produzione: Bess Movie
Distribuzione: Medusa
Data di uscita: 11 Aprile 2008 (cinema)