“RUGGINE” di Daniele Gaglianone

Il mostro

Giornate degli Autori 2011
Nella più povera periferia di una grande città si ergono al cielo gli Alveari, un blocco di fatiscenti edifici popolari abitati in prevalenza da gente emigrata dal Sud Italia. Per i bambini del quartiere le giornate trascorrono all’insegna del gioco ma anche della sfida fra giovani bande per la conquista del primato territoriale. Il luogo di battaglia preferito dai bambini è il Castello, un deposito di rottami pieno di cunicoli e angoli segreti, dove la banda di Carmine si insedia stabilendovi la propria base.
La chiassosa armonia degli Alveari viene però interrotta da una serie di brutali omicidi che colpiscono le indifese bambine della zona: tra il terrore e lo sconcerto dei residenti, un perverso assassino e violentatore si aggira impunito per il quartiere senza che la polizia riesca ad individuarne l’identità.

Sandro e Cinzia sono due bambini arruolati nella banda di Carmine e, assieme agli altri ragazzini del quartiere, giocano negli spazi angusti attorno agli Alveari, un complesso di case popolari nella periferia di Milano. Poco lontano dalle abitazioni sorge un enorme cumulo di rottami arrugginiti chiamato il Castello, all’interno del quale i bambini corrono per gli oscuri cunicoli e si nascondono dai genitori o dai nemici. Proprio in un angolo sperduto fra lamine di metallo e elettrodomestici abbandonati, Sandro e Cinzia scoprono il loro primo amore.
Uno dei modesti appartamenti degli Alveari ospita invece lo studio del Dottor Boldrini, medico curante di tutti i bambini della zona e professionista molto stimato nel rione.

Le vite dei ragazzini e dell’impeccabile Dottor Boldrini sono destinate ad incrociarsi ben oltre le consuete consulenze mediche: a seguito di un ripugnante omicidio di una loro coetanea, i bambini si accorgono di alcuni suoi strani comportamenti e cominciano a sospettare che dietro all’intoccabile Dottor Boldrini si celi un disgustoso e spietato violentatore.
L’agghiacciante dramma in cui sono coinvolti cambierà per sempre le vite di Carmine, Sandro e Cinzia, intrappolati senza via d’uscita in un ricordo incancellabile e lancinante.

Presentato all’interno delle Giornate degli Autori della 68. Mostra dell’Arte Cinematografica di Venezia , il film di Daniele Gaglianone è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Stefano Massaron. Il regista si cimenta con un’opera letteraria molto complessa ed intensa, basata, da un lato, su una ricerca narrativa improntata sulle sfumature psicologiche dei personaggi – ed in particolare del crudele Dottor Boldrini – e, dall’altro, sulla compenetrazione emotiva fra i fatti accaduti nel lontano 1977 ed il tempo presente vissuto da Sandro e Cinzia.

Le peculiarità del romanzo di Stefano Massaron non trovano spazio nella trasposizione cinematografica curata da Giaime Alonge, Alessandro Scippa e dallo stesso Gaglianone. Nonostante la possibilità di avvalersi di un attore così completo e versatile come Filippo Timi, il personaggio del Dottor Boldrini è una semplicistica macchietta di un povero pazzo delirante, privo di quella depravazione sconcertante insita nel soggetto di Massaron.

Allo stesso modo la relazione di Sandro e Cinzia è trattata con una peccaminosa superficialità che raggiunge il culmine nell’esiguità e banalità dei richiami al passato effettuati dai personaggi nella loro fase adulta. I due protagonisti, interpretati in questo frangente da Stefano Accorsi e Valeria Solarino, sono raffigurati trent’anni dopo le vicende degli Alveari mentre sono occupati dai figli o dal proprio lavoro. Il legame dei due adulti al dramma vissuto insieme è totalmente lasciato in secondo piano fino alle scene conclusive, nelle quali viene abbozzato un flebile riferimento decisamente poco appropriato per descrivere un collegamento così importante al passato.
Il ritmo del film, scandito solo in parte dai rapimenti e delle violenze operate del Dottor Boldrini, procede in modo sincopato e privo di fluidità, spesso intralciato dalle lunghe sequenze dedicate a Sandro-padre alle prese con il figlioletto Michele.

Ruggine appare un tentativo confusionario e superficiale di descrivere una concitata storia di violenza ed emotività. La complessità del soggetto si sfalda in un insieme di scene poco incisive ed ogni personaggio viene relegato ad un ruolo incerto, inconsistente, quasi inghiottito dall’inespressa profondità emotiva conferita loro in origine dalla penna di Stefano Massaron.

RUGGINE
Titolo originale: Ruggine
Nazione: Italia
Anno: 2011
Genere: Drammatico
Durata: 109′
Regia: Daniele Gaglianone

Cast: Stefano Accorsi, Valeria Solarino, Filippo Timi, Valerio Mastandrea
Produzione: Zaroff Film, Fandango
Distribuzione: Fandango
Data di uscita: Venezia 2011
02 Settembre 2011 (cinema)