L’ultimo film di Anders Nilsson, che si è aggiudicato il prestigioso Premio Amnesty International al 57° Festival di Berlino, lancia un importante monito sulla violenza che molte donne, pur vivendo in una società moderna e attenta al rispetto dei diritti umani, sono costrette a subire il più delle volte (sembra assurdo) proprio nel tranquillo e protetto focolare domestico.
Un film di denuncia quindi, purtroppo mai così attuale come in questo momento.
E’ consolante osservare che ogni tanto, oltre alla consueta produzione disimpegnata, si realizzino anche delle pellicole cariche di contenuto, film di critica e di condanna contro i soprusi che l’uomo subisce o come spesso accade è costretto a subire.
Racconti da Stoccolma si può ritenere facente parte di quest’ultima filmografia più “colta”, dalla quale si desume un chiaro messaggio culturale.
Il tema affrontato da Nilsson è appunto la violenza subita dalle donne. La tematica non è certo una novità, ma le modalità mediante le quali il regista ha voluto rendere fruibile al proprio pubblico questo argomento così complesso risulta in conclusione abbastanza efficace.
Il film si snoda in tre storie molto diverse fra loro ma che, fin dall’inizio, mostrano di avere numerosi punti in comune.
Carina è una giornalista in carriera di grande successo che subisce delle violenze fisiche e psicologiche da parte del marito; poi c’è la storia di Leyla, la cui sorella, appartenente a una famiglia immigrata mediorientale, viene punita per la sua condotta considerata poco consona per una ragazza; e infine la vicenda di Aram che gestisce un locale notturno e il cui addetto alla sicurezza viene aggredito. Egli dovrà decidere se testimoniare in tribunale oppure no.
Nilsson ha voluto schierarsi in maniera evidente decidendo di esporre, come lui stesso afferma, la violenza “dal punto di vista delle vittime” che scoprono attraverso diverse circostanze di possedere il coraggio e la determinazione per riemergere e per stravolgere lo stato delle cose. In particolar modo, le figure femminili dimostrano di subire nel corso del film un processo di trasformazione ed evoluzione sotto tutti i punti di vista.
Questa pellicola, oltre a testimoniare l’esistenza di una violenza molto presente e radicata specialmente all’interno delle mura domestiche, sottolinea come oggi si sia verificato un profondo cambiamento del concetto stesso della donna. Essa ormai è vista non più come espressione del sesso debole, bensì in una nuova prospettiva paritaria.
Questa neo-competitività genera purtroppo numerosi episodi di maltrattamenti da parte di quegli uomini che, ancora oggi, non sono in grado di accettare questa inevitabile emancipazione che porta, giorno per giorno, a una sempre più conclamata parità di diritti.
Gli spettatori, grazie a questo film, possono vivere una vicenda intellettuale che coinvolge anche l’immaginario personale, sperimentando così l’esperienza emozionale e affettiva che provoca quel complesso fenomeno dell’identificazione con uno o più personaggi dello schermo.
Disarmante e coinvolgente, Nilsson è riuscito pienamente nel suo intento.
Titolo originale: När mörkret faller
Nazione: Svezia
Anno: 2007
Genere: Thriller
Durata: 133′
Regia: Anders Nilsson
Sito ufficiale:
Cast: Oldoz Javidi, Lia Boysen, Reuben Sallmander, Per Graffman, Fredrik Eriksson, Ashkan Ghods, Bahar Pars, Mina Azarian
Produzione: Sonet Film, Multimedia Film- und Fernseh
Distribuzione: Teodora Film
Data di uscita: 30 Aprile 2008 (cinema)