“Romances” di MARGINeMIGRANTE

Storie d’amore e di marginalità

Dopo il lavoro sul ghetto di Via Anelli presentato lo scorso anno, la compagnia MARGINeMIGRANTE torna sulle scene con un nuovo lavoro che indaga e da voce alle storie degli abitanti più invisibili delle nostre città.

Il legame tra antropologia e teatro è ormai da tempo una realtà consolidata. Queste due discipline condividono infatti lo stesso fine: l’indagine della società e dell’animo umano, con la stessa attenzione per i simboli ed i rituali. Il quotidiano viene rappresentato sul palcoscenico allo stesso modo in cui le diverse culture interpretano le fasi salienti della vita attraverso cerimonie che si consolidano con il passare degli anni e delle generazioni. Come diceva Erwin Goffman “tutto il mondo è un palcoscenico” ed è pieno di atti rituali. Ogni società rappresenta se stessa, ma il teatro può essere anche l’occasione per avvicinarsi a culture diverse, siano esse lontane geograficamente oppure vicine, ma separate e nascoste agli occhi dei più.

E’ con questo intento che ha sviluppato la propria attività l’associazione padovana MARGINeMIGRANTE. Una ensamble di attori giovanissimi che ha deciso di porre al centro della propria ricerca teatrale la conoscenza di alcune realtà poste ai margini della nostra società. Sottoculture indagate con l’ascolto diretto che poi rivivono sul palcoscenico in spettacoli densi di contenuti sociali, come quello andato in scena lo scorso 17 giugno al teatro delle Maddalene, presentato in anteprima in occasione del festival Teatri delle Mura. “Romances” è infatti il frutto di una lunga indagine condotta dagli attori assieme ad alcune comunità Rom del territorio di Venezia e Padova. Un progetto finanziato dalla Comunità Europea all’interno del programma Youth in Action, che partendo da una serie di incontri diretti, a metà strada tra l’indagine sociologica e la volontà di esplorare in maniera diversa situazioni marginali, ha generato una mole di materiali, sensazioni ed osservazioni attorno alle quali è stata costruita la struttura drammaturgia.

Tutto inizia con il racconto di uno dei tanti viaggi della speranza, dall’ex Jugoslavia verso l’Italia, dalla guerra ai campi nomadi situati ai confini delle nostre città. Realtà che ora più che mai vengono guardate con sospetto e malumore, e che sulla scena prendono vita sotto forma di racconti che cercano di rappresentare la quotidianità al di là degli stereotipi. La narrazione avviene in prima persona, e gli attori interagiscono sulla scena andando a creare un racconto corale in cui spesso sono le donne ad essere protagoniste. I racconti sono volutamente frammentari, ma la messa in scena indugia spesso nell’uso di tecniche narrative ed espressive che non sempre convincono. Il lavoro dell’attore emerge infatti in maniera forse troppo evidente là dove si vorrebbe andare a narrare con taglio realistico le vicende di una della comunità. La scelta dell’approccio sociologico d’altro canto garantisce la sospensione del giudizio rispetto ai protagonisti del racconto e alle loro vicende, spesso tormentate. Quella che emerge dallo spettacolo non è infatti una analisi della figura del Rom, del Sinti, e tanto meno un giudizio sul loro ruolo nella società. Sono le storie personali, la biografia che non lascia spazio al commento ad interessare il gruppo MARGINeMIGRANTE. Grande risalto viene dato in particolare al racconto delle vicende sentimentali, come suggerisce anche il titolo dello spettacolo “Romances”. Storie d’amore difficili dalle quali emerge da un lato la passionalità di questo popolo, dall’altra l’universalità di sentimenti come la gelosia, la lontananza, l’abbandono. Una chiave di lettura che se da un lato aiuta a sviluppare un sentimento di empatia nel pubblico, forse non aiuta a conoscere e capire qualcosa di più su questa realtà.

“Romances” di MARGINeMIGRANTE
Anteprima Nazionale
martedì 17 giugno, ore 22.30
Teatro alle Maddalene
regia Beatrice Sarosiek
con Aurora Diotti, Margherita Fantoni, Tommaso Franchin, Anna Manfio,
Laura Serena, Anna Serlenga
costumi Isabella Sannipoli, Aurora Diotti
immagine Isabella Sannipoli