Silvia Pertempi che, com’enuncia nel suddetto libro, già aveva provato a scrivere un romanzo con scarsi risultati, ora pare aver trovato la sua strada offrendoci perle di saggezza (così a lei pare) e motivando con questo suo libro, le cause per cui svariati aspiranti scrittori/romanzieri, non avranno la fortuna di vedere le loro opere pubblicate.
E’ per me quasi inattuabile dare una vera e propria collocazione a questo libro che oltre alla statistica sociologica non Va. Il titolo e l’esplicazione nella quarta di copertina riescono a trarre in inganno i lettori, dando l’impressione che, dopo aver letto questo testo, ogni aspirante scrittore avrà le armi vincenti per essere infine pubblicato.
Ma non è così. La Pertempi in questa ricerca culturale, esamina accuratamente solo 28 manoscritti inviati ad una casa editrice che non tratta narrativa, ma solo saggistica e poesia, sino a sfinire il lettore: donzelli non pubblicano narrativa. Di qui la corretta deduzione nel classificare l’aspirante romanziere “distratto” e poco a contatto con il mercato delle mode editoriali. Riprendendo le statistiche pertempiane, intenderemo agevolmente che le aspiranti autrici del sud scribacchiano per emanciparsi e per uscire dallo stato di frustrazione dato dalla vicinanza d’uomini mediocri, mentre gli aspiranti autori della stessa zona appaiono spesso autoreferenzialmente malinconici, diversamente dai colleghi dell’Italia centrale che, sempre secondo le intuizioni della Pertempi, le scrittrici narrano freddi ed interessati quasi unicamente al sesso.
Nel centro-nord del nostro Bel Paese pare che la gente nello scrivere raccolga molto più dal reale che dalla fantasia propria, enunciando fatti attinenti al quotidiano ed alla cultura schiva del presente. La Pertempi inoltre rileva una gran diversità d’animo tra scrittrici e scrittori ed è proprio codesto il punto saliente di tutto il libro; nonostante i mano-scritti al femminile da cui ha attinto siano di numero esiguo rispetto a quelli dei colleghi maschi, è evidente che le aspiranti sono meno sensibili ai problemi del sociale, di quegli uomini di cui tanto si lagnano nei loro racconti.
Pare evidente pure che la maggior parte di coloro che si sono addentrati nel mondo della scrittura, sia gran parte gente appartenente a ceti sociali medio alti e pochi i giovani candidati romanzieri. Nulla di nuovo dunque per questo libro di 192 pagine ed un costo di 12 €uro, che lascia il lettore sgomento su tutti gli aspetti; sociologicamente non dice nulla di nuovo, statisticamente, a mio avviso, da ignorante potrei solamente consigliare alla Pertempi di attingere ad ulteriori fonti. Umanamente denuncia la mancanza di sentimenti felici. Nulla di nuovo.
Donzelli 2004