“Rosa Morena” di Carlos Augusto de Oliveira

La vita vera

“La povertà che vedi qui è scioccante. Ma sono vite reali e non sono in vendita”. Così Tereza ammonisce Thomas che, impietosito dalla povertà di una donna, maldestramente ha tentato di comperarne la figlioletta, ma i parenti lo hanno ridotto quasi in fin di vita a forza di botte.
Una breve frase che sintetizza efficacemente il significato di questo intenso, delicato e commovente film.

Thomas, architetto di successo, quarantenne, ricco e omosessuale, parte dalla natìa Danimarca per il Brasile pensando di poter più facilmente “adottare” un figlio che soddisfi il suo bisogno di donare amore. A San Paolo si fa aiutare e guidare da Jackob, amico d’infanzia, giunto là anni prima. Costui lo presenta a un avvocato senza scrupoli, che gli fa capire che esistono bambini in vendita “rubati” ai genitori o agli orfanotrofi. Un approccio traumatico che l’onesto e corretto uomo del nord non può condividere.

Per ambientarsi un po’, decide di collaborare con Tereza, moglie di Jackob, e cooperante in una ONG. In questa attività Thomas viene a contatto con la degradata realtà della favelas ed è lì che subisce anche la dura lezione di essere pestato a sangue. Ma è disposto a tutto per avere un figlio e, benché il più disincantato Jackob cerchi di dissuaderlo, Thomas trova in uno slum Maria, affascinante mulatta, povera, frivola, mezza alcolizzata e giovane madre già di due figli senza padre, in attesa della terza creatura. Per onorare il contratto che gli darebbe la paternità del nascituro, Thomas si riduce sul lastrico, ma è finalmente felice. Cerca persino di instaurare una sorta di rapporto con la donna, di disciplinare e controllare la sua vita disordinata, di formare una specie di famiglia con lei, i suoi figli precedenti e Rosa, la bellissima bambina nel frattempo nata.

Il contrasto tra i due però è dirompente finché, disperato, l’uomo decide di portare via di nascosto la creatura. Con l’aiuto di quell’avvocato compiacente compra documenti falsi e sta già per partire, ma è molto turbato perché ha ben capito che una creatura non è una merce e che non sarà mai felice portandosela via in quel modo. Riporta la bambina alla madre, sottoponendosi agli insulti di tutto il quartiere: “Gringo di merda, ci porti via i nostri figli e scappi”.

Umiliato e sconfitto, decide di ritornare da solo al suo nord “grigio e uggioso”. Ma Maria ha capito che le sue intenzioni sono buone e oneste. Gli porta la sua bambina, chiedendogli solo di amarla sempre. Promessa che Thomas senza dubbio manterrà.
Un film drammatico e intelligente, di un realismo crudo ma sempre controllato e raffinato, senza ipocrisie e molto convincente, grazie anche all’ottima interpretazione dei protagonisti. Magnifica la fotografia e molto appassionante la musica. Si tratta del primo lungometraggio del regista brasiliano Carlos Augusto de Oliveira, che a soli trentasei anni ha già collezionato molti riconoscimenti e premi.

Rosa Morena
(Rosa Morena)
Brasile/Danimarca, 2010, 35mm, 86′, col.
regia
Carlos Augusto de Oliveira
sceneggiatura
Morten Kirkskov, Carlos Augusto de Oliveira, Jens Dahl
montaggio
Anja Farsig
fotografia
Philippe Kress
musica
Frithjof Toksvig
interpreti
Anders W. Berthelsen, Iben Hjejle, David Dencik, Bárbara Garcia, Viviane Pasmanter, Pablo Rodrigues
produzione
Fine & Mellow, Mastershot , Europa Filmes
distribuzione
TrustNordisk