SABRINA IMPACCIATORE E VALENTINA LODOVINI PER AMNESTY INTERNATIONAL

Campagna contro la mortalità materna

ROMA – Le attrici Sabrina Impacciatore e Valentina Lodovini sono le due testimonial scelte da Amnesty International per la campagna contro la mortalità materna.

“Ogni anno 350.000 donne muoiono per complicanze legate alla gravidanza” ci informa la Impacciatore dal sito di Amnesty dedicato a questa specifica battaglia (www.amnestysolidale.it). E la Lodovini prosegue affermando che “quasi tutte potrebbero essere salvate”.

La campagna di raccolta fondi messa in piedi da Amnesty International per la tutela delle mamme e delle donne incinte si avvale della possibilità di partecipare al progetto anche attraverso un semplice sms solidale al 45506 ed è attiva sino 12 dicembre.
?La campagna, attraverso le voci di Sabrina Impacciatore e di Valentina Lodovini, chiede ai governi che l’assistenza ostetrica d’urgenza sia disponibile per ogni donna che ne abbia bisogno; chiede inoltre che siano eliminati i costi d’ostacolo all’accesso alle cure mediche di base e ad altre forme di assistenza sanitaria salvavita, nell’ambito della salute materna e riproduttiva. Infine chiede che sia rispettato e tutelato il diritto delle donne al controllo sulla loro vita sessuale e riproduttiva.

?Amnesty Internatonal guarda in questo caso soprattutto a quattro Paesi: il Perú, che registra il più alto tasso di mortalità materna nell’intera America Latina; la Sierra Leone, dove ospedali e ambulatori hanno poco personale, non dispongono delle attrezzature idonee e dei farmaci essenziali e spesso sono distanti dalle case delle pazienti; il Burkina Faso, che conta ogni anno 2.000 decessi per complicanze legate alla gravidanza e al parto; gli Stati Uniti d’America, dove, nonostante una spesa sanitaria tra le più alte nel mondo (86 miliardi di dollari all’anno), ogni giorno da due a tre donne perdono la vita mentre tentano di dare alla luce un figlio.

Nel caso specifico degli Usa, la mortalità materna riguarda principalmente le donne che appartengono a minoranze etniche o a comunità native, oppure le donne e ragazze povere arrivate da altri paesi. Nei casi di gravidanze a rischio, le probabilità di morire per le donne afro-americane sono 5,5 volte più alte rispetto a quelle appartenenti al gruppo etnico maggioritario.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.amnesty.it.