Il progetto di Shun Li e il poeta nasce dall’esigenza del suo autore, Andrea Segre, di raccontare l’incontro fra identità culturali in crisi – quella del Veneto e degli stranieri in cerca di integrazione – attraverso la storia di un’immigrata cinese che lavora presso un osteria a Chioggia e un pescatore di origini slave da trent’anni in Italia, detto il poeta per l’abilità nel comporre versi in rima.
La loro sarà una relazione dall’impronta amorosa dove, grazie anche alla poesia, si scoprirà che le differenze sono arricchimento piuttosto che motivo di separazione, in una piccola città che proprio di questi tempi è alle prese con dei grandi mutamenti sociali ai quali risponde in modo ambivalente.
Le contraddizioni di una comunità, la sua identità fra vizi e virtù, le paure che insorgono dal rapporto con un’altra cultura, il coraggio di superarle; sono questi i temi che stanno più a cuore al giovane regista veneto Andrea Segre, 34 anni qui al suo esordio nel lungometraggio di finzione.
La pellicola è ispirata a una storia vera, vissuta in prima persona dall’autore nella città lagunare e che, proprio per questo, si è voluto assicurare per le riprese i luoghi reali, teatro della vicenda, motivato anche da scelte stilistiche “meta-realiste”, che intrecciano la sua passata esperienza di documentarista, con nuove suggestioni poetico-visionarie.
E’ quanto ha spiegato lo stesso Segre durante la presentazione tenuta a Padova presso la sede di Jolefilm, assieme agli altri protagonisti del progetto, gli attori Rade Serbedzija, Marco Paolini, Giuseppe Battiston e Zhao Tao.
Le riprese sono iniziate a Roma e poi si sono spostate a Chioggia nei primi giorni di novembre per proseguire fino al 18 dicembre.
Coinvolti nella lavorazione, al fianco dello scintillante cast, anche molti attori non professionisti, secondo la lezione neorealista, come pescatori e marinai dai soprannomi folcloristici che si sono prestati come modelli per l’elaborazione di linguaggi, gesti e comportamenti necessari alla costruzione dei personaggi, dando luogo così a una creativa contaminazione fra cinema e realtà.
“L’avvocato – nomignolo del personaggio di Citran – nonostante i suoi aspetti comici, esprime i pericoli dell’ignoranza, la protervia di chi giudica basandosi su voci da osteria – ha affermato lo stesso interprete – si mette contro Shun Lin e fantastica addirittura su di una possibile invasione cinese”.
Anche Battiston, parlando del suo ruolo, ne ha sottolineato la natura violenza e negativa – “Davis è un ragazzotto rissoso come se ne trovano tutti i giorni”, mentre Marco Paolini (co-produttore, oltre che interprete) ha descritto il suo “Coppe” come l’espressione della “maggioranza silenziosa”, una “spugna” che riesce a far convivere placidamente dentro di sé, tutte le contraddizioni assorbite dalle opinioni altrui, senza averne una propria ed autentica da rivendicare.
A indossare i panni dell’ostessa Shun Lin e del pescatore Bepi, soprannominato il poeta, Zhao Tao, attrice feticcio di Jia Zhang-ke, Leone d’oro 2006, e il celebre attore croato Rade Serbedzija entrambi, a loro dire, alle prese in questi giorni con le difficoltà del dialetto chioggiotto.
Ben dieci David di Donatello nella crew dei tecnici impegnati nel film, ha dichiarato il produttore Francesco Bonsembiante, che ha poi ribadito con fermezza l’importanza dei “tax credit”, un sistema di incentivi statali, prossimo alla cancellazione da parte della nuova Finanziaria alla quale, in questi giorni, si è opposto il mondo dello spettacolo con lo sciopero.
Degne di nota, infine, le selezioni come “Miglior Progetto Europeo” al Festival di Roma, e nella sezione “Atelier” al 62° Festival di Cannes.