Il Palazzo dei Diamanti di Ferrara accoglie la prossima primavera con una mostra che ne anticipa i colori la luce, si direbbe quasi, il profumo. E’ infatti un tripudio di fiori, verzure, aria tersa, cieli limpidi, zampilli d’acqua, giochi di luminosità la bella mostra “Sorolla- Giardini di luce” al Palazzo dei Diamanti dal 17 marzo al 17 giugno. Organizzata in collaborazione con il Museo de Bellas Artes di Granada e il Museo Sorolla di Madrid, la rassegna si trasferirà poi in queste città.
Nato nel 1863 e morto nel 1923, Sorolla studiò dapprima i grandi capolavori del Prado assimilandone le molteplici suggestioni i cui riflessi si possono individuare nella sua prima formazione di impostazione accademica. Come per tanti altri pittori di talento la frequentazione dell’ambiente romano dapprima e parigino poi, ad operare nel suo modo di dipingere una profonda graduale trasformazione subendo l’inevitabile influsso della pittura impressionista che utilizzò dapprima per realizzare alcune importanti opere religiose. Il suo talento venne ben presto riconosciuto nell’ambiente parigino dove si legò in amicizia con i rappresentanti della pittura en plein air e i simbolisti, riscuotendo numerose committenze ufficiali e rivaleggiando con Boldini e Sargent nella ritrattistica. Fu però la scoperta e la frequentazione dell’Andalusia a fare esplodere le potenzialità della sua pittura e a dare risposte definitive alla sua ansia di perfezione.
A Granada si innamorò dell’Alhambra capolavoro dell’arte araba , famosa per i suoi meravigliosi giardini che da quel momento entrarono in modo definitivo nella sua vita e nella sua arte. Grazie alle sue disponibilità economiche riuscì a realizzare un sogno invidiabile : riprodurre nella sua vasta casa di Madrid gli splendidi giardini arabi. Statue ceramiche alberi da frutta, fontane, piante di fiori vengono quindi trasferiti da Granada a Madrid e ad opera conclusa, il pittore può guardare con gioia quel suo sogno realizzato. Se dapprima i suoi quadri erano un tripudio dei colori dei giardini islamici dell’Alcazar dell’Alhambra e di Siviglia, ora è il suo giardino di casa a entrare nelle sue creazioni.
La mostra di Ferrara attraverso un itinerario di 60 quadri , disegni e documentazioni pubbliche e private si focalizza sul periodo della sua maturità artistica a partire da una serie di ritratti di familiari tutti rappresentati nell’aura delle fioriture multicolori. Anche in queste opere il vero protagonista è il giardino mentre la figura umana fa da comprimario. Nei quadri successivi, infatti la figura umana viene esclusa lasciando l’intero spazio alla natura che sembra sprigionare una sinfonia cromatica su cui aleggia la musica di DeFalla con le note della sua Andalusia.
Il tocco è impressionista anche se influssi simbolisti si possono cogliere nella ricerca di introspezione, nell’atmosfera silenziosa fatta per favorire meditative intimità. La luce avvolge la realtà sensibile trasfigurandola.