“Sacro GRA” di Gianfranco Rosi

Storia di anime invisibili ed eccentriche

Venezia 70. Concorso
Gianfranco Rosi, dopo aver presenziato nella sezione Orizzonti delle passate edizioni della Mostra del Cinema di Venezia con due documentari (Below Sea Level e El sicario. Room 164) che hanno conferito un valore aggiunto al Cinema Italiano, torna, ma questa volta in concorso, con Sacro Gra.

Sacro Gra è il viaggio del regista su un mini-van durato due anni, per percorrere ed esplorare i 70 chilometri del Grande Raccordo Anulare di Roma, per cercare di razionalizzare questo grande anello, grigio, lungo, metallico, enigmatico, lento e veloce, delirante e rilassante, che abbraccia la Capitale.

Rosi, da un’idea di Nicolò Bassetti (che in sessanta giorni ha raccolto storie battendo la mappa del raccordo), si è servito del “GRA” come pretesto narrativo per riuscire a spingere più in là la barriera tra finzione e documentario e poter così raccontare personaggi unici.
Settanta chilometri per fotografare vite, che gravitano attorno a questa autostrada.

I personaggi di Sacro Gra interpretano sè stessi; Rosi, come ha fatto per Below sea level, attraversa le vite di questi personaggi colorati, espressivi, vivaci, ma anche tristi, che popolano i margini della Capitale. La discrezione del regista, che filma senza invadenza nell’addentrarsi dentro l’identità, quasi poetica nel portare sullo schermo queste anime, invisibili ed eccentriche, risulta visivamente superba.

In questo panorama, Sacro Gra fa emergere storie, alcune sembrano di pura letteratura, dal sapore amaro. Dal portantino di un ambulanza, missionario di salvezza, alla moderna palazzina-alveare dove vivono personaggi curiosi, come il nobile, saggio e sarcastico piemontese, e sua figlia; dal botanico preoccupato per il punteruolo rosso, che attacca le palme dell’area verde del raccordo, all’attore di fotoromanzi, che sognava un ruolo da protagonista; da un anguillaro a donne sfatte che albergano dentro un camper aspettando qualche cliente; da ragazze che ballano sul bancone di un bar a un principe, che mastica il sigaro e affitta il suo castello, per mantenere un titolo decadente.

Sacro Gra è una ricerca errante, caleidoscopica, mentre le macchine sfrecciano verso una qualche meta; una ricerca eseguita con uno sguardo disincantato, che non vuole umanizzare nè celebrare, ma che rispetta il muoversi o il danzare di queste persone nel mondo. Il GRA è un caos speculare alla contraddizione romana; e Rosi riesce a cogliere questa confusionaria essenza, per raccontare questi contrasti o disaccordi, e porre così note accordate sul pentagramma dell’identità.

Titolo originale: Sacro GRA
Nazione: Italia
Anno: 2013
Genere: Documentario
Durata: 87′
Distribuzione: Officine Ubu
Regia: Gianfranco Rosi

Data di uscita: 26 settembre 2013
Venezia 2013